Noi fratelli, il ponte ideale tra cristiani e musulmani – Intervista con l’autore, Stefano Girotti Zirotti

Un libro, con lettera di Papa Francesco in prefazione, che spazia attraverso 1500 anni di storia per descrivere l’importanza del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani. Una missione per la pace, la giustizia e la libertà usando le parole come strumento per stimolare la comprensione ed il rispetto reciproco.

Nei 40 capitoli del libro edito dalla Mondadori, che sarà disponibile a metà giugno, scritto da Giancarlo Mazzuca e Stefano Girotti Zirotti (nella foto con papa Francesco), si spazia dalla caduta dell’impero romano fino ai giorni nostri. Trecento pagine per ricordare ciò che è stato fatto e ciò che papa Francesco sta facendo per costruire un “ponte” tra popoli, culture e religioni differenti.

Abbiamo intervistato il giornalista e scrittore Stefano Girotti, vice-caporedattore in Rai Vaticano, autore di reportage e documentari come “Dal Terremoto alla Speranza” o “ Cinema per l’Anima” che descrivono aspetti religiosi con risvolti sociali nella contemporaneità .

Com’è nata l’idea di questo  libro?

Quando Giancarlo (Mazzuca, ndr), autore di libri di successo e consigliere di amministrazione della Rai, mi chiese di scrivere un libro, coinvolgendo Sua Santità, per descrivere i rapporti tra cristiani e musulmani, confesso, che rimasi un po’ titubante. Il tema è impegnativo e di grande attualità poiché, nonostante gli appelli del papa e di grandi imam come al-Tayyib, continuano ad esserci guerre ed attentati in nome della religione.

L’offerta era stimolante e mi feci coraggio pensando a ciò che mi ripeteva mia nonna, quando ero bambino, citando una frase attribuita a san Francesco d’Assisi: “ cominciate a fare il necessario, poi fate il possibile. Vi scoprirete a fare l’impossibile”. Questa frase mi è sempre piaciuta e l’abbiamo inserita anche nella post-fazione del libro.

Sono stato assegnato in Rai Vaticano durante il periodo del Giubileo della Misericordia e questo incarico mi ha sicuramente avvantaggiato nell’ approfondire gli studi sui temi religiosi.  Ho iniziato a consultare antichi testi custoditi in biblioteche particolari e a frequentare religiosi cristiani e musulmani per confrontare le fonti. Così è iniziato questo nuovo “viaggio” che spero non si concluderà con questo libro.

Un altro fattore che mi ha fatto superare le perplessità iniziali sono stati la collaborazione e l’incoraggiamento manifestati da colleghi ed esperti che lavorano per il Vaticano, grazie a loro ho trovato spunti molto interessanti.

 In cosa consiste il dialogo interreligioso?

Il dialogo si basa sul confronto tra diverse religioni ma non si limita agli aspetti teologici perché affronta anche questioni  della vita sociale e famigliare in varie nazioni ed in periodi diversi della storia. Se questa interazione può sembrare scontata per i musulmani, poiché nel Corano esistono “sure” (capitoli) e versetti che dettano regole politiche e amministrative, può non essere così scontata per  i cristiani. Nel Vangelo tali aspetti con implicazioni politico-sociali non vengono quasi mai menzionati, anzi,  Gesù disse “ date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, riferendosi alla dominazione degli antichi romani in Terra Santa. Il dialogo serve per costruire la pace ed evitare posizioni d’intolleranza nel nome della religione. Viene spiegato molto bene nei capitoli finali, dagli intervistati cristiani e islamici. Soprattutto dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.

Papa Francesco è stato duramente criticato per il suo atteggiamento di apertura nei confronti degli immigrati. Lei cosa ne pensa?

La libertà di pensiero e di opinione sono una grande espressione della democrazia, è giusto che ogni cittadino possa esprimere il proprio pensiero. Personalmente ritengo che molte critiche siano immeritate poiché Bergoglio sta interpretando ed esprimendo il messaggio originale del Vangelo che invita alla fratellanza. Inoltre bisogna considerare che il mondo sta cambiando velocemente e le distanze tra popoli e nazioni si sono accorciate tramite la comunicazione globale e lo sviluppo dei mezzi di trasporto. Pensando al libro di Giulio Verne ” Il giro del mondo in 80 giorni”, che ho letto da bambino, ora mi scappa da ridere pensando che bastano meno di 24 ore per andare da un capo all’altro del pianeta. Il Papa ha una visione globale e non parla solo per l’Italia o per certe lobby di potere  internazionale. Con il suo linguaggio semplice e diretto si rivolge al cuore di tutta l’umanità, cercando di contrastare lo sfruttamento dei più deboli e portare un livellamento del benessere tendente all’alto, non al basso!

Nel vostro libro parlate anche di questi aspetti?

Non voglio togliere sorprese ai lettori. Posso solo dire che abbiamo descritto anche il percorso delle “tappe” principali dell’operato di papa Francesco per costruire un dialogo finalizzato a migliorare le condizioni dell’umanità. Non a caso volle anticipare l’apertura della Porta Santa del Giubileo della Misericordia in Centro-Africa, dove le condizioni di vita sono molto diverse da quelle di Roma. Inoltre ha incentivato le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e gli Stati, ha dato vita ad una Sezione che si occupa della formazione degli operatori che lavoreranno nelle nunziature per operare concretamente a favore della costruzione di pace e sviluppo. Abbiamo descritto anche gli sbagli che sono stati fatti nel passato, ad esempio nel periodo delle crociate o di altre guerre religiose.

Giancarlo Mazzuca, autore anche del libro Mussolini e i musulmani, è rimasto impressionato dalla tenacia con cui papa Francesco continua a portare avanti la sua missione nonostante le guerre e le violenze che ancora oggi si ripetono contro i cristiani in varie parti del mondo. In un articolo su Il Giornale, li ha definiti “tanti ramoscelli d’ulivo papali,  che hanno anche provocato molte critiche, a cominciare da quelle di Magdi Cristiano Allam che considera sbagliato l’atteggiamento di apertura perché, a suo parere, finisce per legittimare l’Islam e per denunciare la nostra arrendevolezza nei confronti del terrorismo”. In effetti, anche noi ci siamo resi conto delle difficoltà e della delicatezza di questo momento storico; il cammino di pace attraverso il dialogo interreligioso è ancora lungo e difficile.  Però, abbiamo parlato anche di tante cose positive che sono state realizzate nei momenti di convivenza e di dialogo tra cristiani e musulmani.

Il Papa ha apprezzato il suo lavoro?

Si! Quasi non ci credevo quando i suoi collaboratori mi hanno detto che aveva scritto una lettera indirizzata al sottoscritto e a Giancarlo, benedicendo il nostro lavoro. Ma, ripeto, non voglio rovinare la sorpresa ai lettori.

Noi Fratelli, in vendita dal 12 giugno 

2 Risposte

  1. Civitas

    Papa Francesco compie davvero la missione del suo nome ufficiale; “PONTIFEX MAXIMUS”, il sommo costruttore di ponti, come si e’ visto nella Conferenza internazionale sulla “Human Fraternity” di Abu Dhabi e nella Carta di Abu Dhabi: L’unica alternativa alla civilta’ dell’incontro e’ la incivilta’ dello scontro”. Grazie papa Francesco.

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  2. civitas

    Papa Francesco compie davvero la missione del suo nome ufficiale; “PONTIFEX MAXIMUS”, il sommo costruttore di ponti, come si e’ visto nella Conferenza internazionale sulla “Human Fraternity” di Abu Dhabi e nella Carta di Abu Dhabi: L’unica alternativa alla civilta’ dell’incontro e’ la incivilta’ dello scontro”. Grazie papa Francesco.

    Papa Francesco, da Pontifex Maximus, sta cercando di mettere in azione cio’ che Gesu’ ha insegnato nella preghiera del Pater Noster: adveniat regnum tuum, cosa facciamo per far scendere in regno di Dio in terra?

    Anche il Corano, all’inizio, voleva far scendere “un pezzo del cielo in terra” , seguendo “La Torah di Mose’ e il Vangelo di Gesu’ che sono guida e Luce per le genti” (Sura III, 3). Ma dopo voleva imporre questa buona intenzione con la forza, facendo attacchi e razzie di ogni tipo, sviando la visione iniziale di pace e di concordia.

    La Sura V del Corano fa una dichiarazione ecumenica di grande importanza nel dialogo ebreo- cristiano-islamico:

    Facemmo scenderela torah, fonte di guida e di luce…facemmo camminare Gesu’ figlio di maria, sulle orme dei profeti, per confermare la Torah. che scese prima di lui. Gli demmo il Vangelo, in cui e’ guida e luce a conferma della Torah cge era scesa in precedenza, come moniti e direzione per i timorati… Se avessero obbedito alla torah e al Vangelo e a quello che scese su di loro da parte del signore, avrebbero goduto di quello che c’e’ sopra di loro e di quello che c’e’ ai loro piedi… Giudichi la gente del Vangelo in base a quello che Dio ha fatto scendere…. Coloro che credono, il giudei, i Sabei, i nazareni e compiono il bene non avranno niente da temere e non saranno afflitti”.

    Quindi da queste affermazioni del Corano, i Cristiani, gli Ebrei non sono dei Miscredenti o degli infedeli, come vengono ingiustamente ed erroneamente vengono accusati dai fondamentalisti, e dagli estremisti. Anzi il Corano annunzuia anche la Nascita, il Natale di Gesu’ come Messia Salvator Mundi, quindi anche gli Islamici dovrebbero costruire il presepe nelle loro case e nelle moschee di tutto il mondo e cantare Allellua, Hosanna, Pax hominibus bonae voluntatis, Gloria in Excelsis Deo.

    Il [poeta sufi Rumi ha scritto:

    Ebrei, Cristiani, e Musulmani
    Noi tutti c’inchiniamo
    al Dio di Abramo

    Non dire che i cristiani sono perduti,
    Non dire che gli ebrei sono perduti,
    Non dire che gli infedeli sono perduti,
    Mio fratello, tu sei perduto,
    Ecco perche’ ogni altro sembra perduto.

    Shalom, Salaam, Pax Vobiscum a tutto il mondo.

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