Niente soldi a famiglie e imprese

resize.phpNonostante l’intervento della BCE portato avanti con tanta enfasi dal presidente Mario Draghi, secondo l’AD di Unicredit, Federico Ghizzoni, i finanziamenti da parte delle banche verso i piccoli imprenditori e verso le famiglie, almeno per ora, non arriveranno.

Il motivo? Le banche hanno bisogno di questi soldi per rispettare i requisiti patrimoniali imposti dalla BCE.

Per non definire l’uscita del banchiere vergognosa diremo che è semplicemente scandalosa.

Il quantitative easing, deciso il 22 gennaio scorso dalla Banca Centrale Europea, prevede per la ripresa economica 60mld al mese, almeno per 18 mesi, ad ogni stato membro dell’UE.

Lo scopo di questa operazione è di fermare la deflazione in Europa e, soprattutto, di avere effetti positivi sull’economia reale di ogni paese membro.

Questi soldi dovrebbero portare un minimo di liquidita nelle tasche degli italiani attraverso mutui più leggeri, maggiore credito alle imprese, un euro in discesa, con la conseguenza di una maggiore esportazione dei nostri prodotti e la probabile ripresa dell’economia nazionale.

Ma come spesso accade in Italia, le banche e i loro amministratori, che sembrano più degli extra terrestri senza famiglia e senza problemi che dei grandi manager, fanno in modo che le iniezioni di euro liquidità, destinate agli italiani per cercare di sopravvivere portando avanti le loro piccole aziende e continuare a farsi carico di una tassazione da record, vengano utilizzate per “ristrutturare” i loro transatlantici economici. Fregandosene di finanziare il micro credito.

Ghizzoni, intervistato da MF, utilizza in maniera indecente lo scarica barile «Il problema non è delle banche. Se ci chiedono di arrivare a requisiti patrimoniali sempre più alti, ci prenderemo del tempo, ma lo possiamo fare. Il problema sono le conseguenze per l’economia reale. E questo non è più un tema per i tecnici, ma per i politici».

Purtroppo noi cittadini siamo considerati dai poteri forti (leggi banche e politica), come un numero, un’entità e non come persone, famiglie, individui. Sempre che ancora ci considerino.

Pertanto, mettiamoci l’anima in pace e tiriamo avanti.

Non possiamo avere la pretesa di vivere, forse in alcuni casi di sopravvivere, serenamente perché tutte le malefatte e gli sprechi di alcuni membri (termine non casuale) di queste due categorie ricadono regolarmente su di noi attraverso inoperosità, tassazioni e balzelli vari.

Sarebbe bello poter pensare al cittadino come un piccolo Davide che affronta senza paura il gigante Golia ma questa volta, nonostante la “fionda” prodotta con gli interventi europei, siamo destinati a perdere.

Oppure, non molliamo! Scendiamo in piazza e ribelliamoci.

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