Mosca – l’arte del maestro Porcasi è “in orbit”

imagesimojpgMosca – 21 Novembre. Nel giorno della festa della patrona dei Carabinieri , la Virgo Fidelis (appellativo cattolico di Maria, Madre di Gesù), il lanciatore Dnepr , ex missile per testate nucleari a grappolo “satan” ha raggiunto lo spazio, nell’ambito della missione Unisat-5.
Il lancio e’ avvenuto alle ore 11,10 e tutto è’ andato come previsto, almeno stando alle parole di Stefano SCUTTI, che mantiene i collegamenti, il quale ha annunciato : “Ladies and gentlemen, WE ARE IN ORBIT”.  Il lancio è è stato effettuato  dal Cosmodromo di Dombarovskij a Yasny in Russia.

A bordo il satellite costruito dagli scienziati italiani del CNR guidati dalla Prof. PhD Chantal Cappelletti Graduate Assistant presso Morehead State University e Universidade de Brasila come Professor Adjunto. Tra gli ingegneri spaziali, che hanno lavorato al progetto menzioniamo: Prof. Ing. PhD Chantal Cappelletti l’anima del gruppo,Ing. Paride Testani colui che al CNR ha personalmente guidato il team, Ing. Stefano Scutti, Ing. Giuseppe Martinotti, Ing. Stefano Colafranceschi, Ing. Chiara Massimiani, che ho avuto il piacere di conoscere.
Carmelo Bartolo Crisafulli, il sociologo responsabile della Comunicazione e Direttore dello Studio  Pinacoteca Gaetano Porcasi ha riferito : “Dovremo comunque attendere il backup allo scadere delle 24 ore, dalla messa in orbita, per ricevere il segnale del perfetto funzionamento dei circuiti del satellite”.
Ricordiamo a quanti ci seguono in questa avventura che all’interno del satellite, io stesso ho collocato un’opera del maestro Gaetano Porcasi, che raffigura il sacrificio di mio padre l’App. nei Carabinieri in pensione Gioacchino Crisafulli, ucciso il 27 aprile 1983 a Palermo dalla criminalità organizzata. Mio padre ha lo status di vittima innocente di mafia, perché intervenne in quel lontano mese di aprile di oltre 30 anni fa bloccando un  carico di droga transitato nei pressi di casa sua, così facendo decretò la sua condanna a morte.
All’opera appositamente realizzata io stesso ho voluto aggiungere un piccolo tricolore, che assieme all’opera firmata dal maestro resterà, speriamo per molto tempo, lassù a guardarci, mentre orbita intorno alla terra.Un  grazie di cuore per questa meravigliosa  avventura quindi al team che fa parte del GAUSS (Group of Astrodynamics for the Use of Space Systems), il cui logo, ricordo, il maestro ha voluto realizzare in un olio su tavola di  35x 44 che porterò con me in tutti gli incontri con studenti e nei quali spero di portare questa passione per l’ingegneria aerospaziale.”
Ma ripercorriamo le varie fasi: Il 15 novembre 2013, il Modulo di Testa di Spazio di Dnepr coi satelliti fu trasportato al blocco di lancio dove è stato assemblato al veicolo di lancio. Il controllo finale  e  le prove del vettore di lancio col SHM sono  proseguite fino al momento  del conto alla rovescia.
UNISAT-5 è un satellite appartenente alla categoria dei micro satelliti con un peso inferiore a 50kg. La peculiarità che lo distingue da altri satelliti della stessa taglia è il fatto di essere a sua volta una piattaforma di rilascio in orbita per satelliti più piccoli.
UNISAT-5 segna così un primato Mondiale firmato Italia, infatti questo satellite è realizzato da un’azienda italiana nata appena due anni fa, GAUSS srl.
Al suo interno sono integrati otto satelliti di varie taglie (4 CubeSat, satelliti cubici di 10 cm di lato e 4 PocketQube, satelliti cubici di 5 cm di lato) provenienti da vari paesi del mondo: dal Perù al Pakistan. Una volta avvenuto il distacco del satellite UNISAT-5 dal vettore Dnepr questi satelliti verranno rilasciati in orbita attraverso due sistemi di dispiegamento creati dai ricercatori della società italiana GAUSS S.r.l.  Alcune foto danno l’idea di quanto lavoro ci sia alle spalle, la progettazione, la costruzione dei singoli pezzi, l’integrazione. L’Italia ha un gruppo di giovani eccellenze nel campo aerospaziale di grande prestigio.
Oggi è un giorno indimenticabile per l’arte contemporanea e per il messaggio di contrasto alla mafia che rappresenta.
di Simona Mazza

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