Matteo Maiorano: le scarpe scultura dal tocco modernista

Stefano Maiorano.

Se digitaste su Google il nome di Constantin Brâncuși, e poi a cascata quello di Henry Moore, Hans Arps, avreste già una prima infarinatura. Nella mente, celere, si imprimerebbe una blanda dimestichezza, utile a riconoscere nelle linee, nei tacchi e nei materiali delle scarpe Maiorano, quell’amore incondizionato per l’arte e le sculture di matrice modernista.

I nomi appena citati, infatti, appartengono a scultori e artisti del Novecento, e sono i prediletti da Matteo Maiorano, il giovane ventisettenne, vincitore per la categoria accessori – insieme a Federico Cina per il prêt-à-porter – del Pitti Tutoring & Consulting Prize, il premio in collaborazione con Pitti Immagine, assegnato durante l’ultima edizione di Who Is On Next?, l’ormai collaudato progetto di scouting nato dalla sinergia tra AltaRoma e Vogue Italia.

Maiorano vince per la categoria accessori a Who Is On Next?

A poche ore dalla premiazione, a chiusura della kermesse capitolina, incontriamo Maiorano tra gli spazi del Pratibus District. In un giardino rigoglioso, sezione ricavata per infondere quel tocco green tra gli espositori dei 4 finalisti (oltre al vincitore, i brand: Hibourama, Iuri e Nahiot Hernandez), il talentuoso designer inizia a raccontarsi con la sua Spring Summer 20 sotto gli occhi. 

Cresciuto a pane e arte, da un primo sguardo scommetteresti pure su un passato da modello: una figura longilinea e total black, ammorbidita da uno scollo alla coreana e dalla capigliatura bohèmien, riccia e avviluppata nei ciuffetti incolti della barba: “in realtà sono arrivato alla moda attraverso l’Accademia di Belle Arti di Roma” attacca piano modulando con timidezza la voce. Mentre parla, le mani prima si sfiorano in un triangolo di preghiera, poi passano al mento quasi accompagnando la riflessione nei veloci rewind. Ricordo anche, della breve e intensa esperienza a fianco di uno stilista di scarpe romano, durante la quale il giovane capisce finalmente come incanalare la sua energia creativa: “all’inizio, e forse anche un po’ da ignorante, il mio intento era di diventare un designer di abbigliamento uomo, e nel gennaio del 2017 ho presentato anche una collezione ad AltaRoma. Solo più tardi ho scoperto di amare gli accessori, di amare le scarpe. All’improvviso mi sono reso conto che rappresentano il modo più appropriato per esprimere il mio essere.” 

Scarpe di Matteo Maiorano.

E sono proprio le scarpe, sistemate in fila sull’espositore, a far quasi da gobbo, suggerendo parole (le sue), regalando sensazioni nuove e tangibili (le nostre). Perché la SS20 è una raccolta di calzature di lusso, e già a guardarla sembra promettere un giro in una piccola galleria d’arte. Una galleria di nicchia con le radici ben piantate nel belpaese “al momento produco nelle Marche e ho una piccola distribuzione in diverse regioni d’Italia, dai materiali ai dettagli, alle lavorazioni il mio prodotto è tutto rigorosamente italiano” chiosa con attenzione il giovane non perdendo mai di vista le sue sculture mignon. 

Moda e arte per calzature rigorosamente made in Italy

Da un anno a questa parte, calibrando nei preziosi oggetti il giusto rapporto tra moda e arte, Maiorano dà finalmente concretezza alla voglia smodata di trasmettere i suoi impulsi: “poi essendo figlio di artisti ho avuto sempre un approccio artistico con la moda”. Primi tra tutti, sono i genitori, pittori di professione che lo assecondano fin da bambino e dietro ogni prova: i quadri, le sculture di legno, la musica, i sonetti, esperimenti liberi che Matteo fa senza pensarci due volte, e grazie ai quali inconsapevolmente forgia quel suo credo artistico, ora ben definito, dopo tanto sperimentare, da una connaturata dose di creatività, e dal desiderio costante di mettersi spesso in discussione.

Oggi con la terza collezione, e a distanza di un anno dal lancio del progetto, l’artigiano romano vince così la quindicesima edizione di Who Is On Next?; e con essa porta a casa un prestigioso programma di mentorship della durata di sei mesi. Perché Maiorano riguardo al suo fare ha le idee chiare: “il concept dietro ogni singolo prodotto è sempre quello di creare delle piccole sculture guardando al modernismo, in particolare alle sculture anni 30/40”. 

Scarpe di Matteo Maiorano.

La visione scultorea è il dna del brand 

La visione scultorea, infatti, è il dna del brand. Dalla mente fresca e artisticamente consapevole dello stilista, prende corpo in calzature sinuose, punte esuberanti e tacchi a rocchetto, che briosamente si alternano a quelli sferici in legno. Un equilibrio minimal, giocato con eleganza su piacevoli rimandi caldi e freddi. I toni scuri e avvolgenti, sono così rischiarati dai pellami specchiati; alcuni in bianco e in argento, altri intenzionalmente in oro per la licenza artistica di richiamare alla mente i bronzi dorati di Arnaldo Pomodoro. Un gioco percettivo estetico, che dal cromatismo passa alla sfera stilistica, incasellando nell’alternanza termica dei rimandi, la capacità del designer di coniugare nel suo prodotto, il tepore di un’anima retro e il tocco fresco e asettico della contemporaneità. 

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