Luisa Spagnoli: femminista ante-litteram

luisa-spagnoli-rai-uno-luisa-ranieri-619x376Lo spunto mi è arrivato guardando la miniserie di grande successo , in onda su Rai 1, ieri sera e la puntata finale di questa sera, 2 febbraio, “Luisa Spagnoli”. Uno spunto importante per parlare di lei e delle donne. Protagonista in tv, una brava Luisa Ranieri, nota attrice di teatro e cinema.

Tutti conosciamo e ricordiamo la Spagnoli per la grande catena di abbigliamento famosa in Italia e nel mondo.

Ma Luisa Spagnoli è stata una delle figure femminili più influenti del nostro primo Novecento: ha introdotto nursery e diritto all’allattamento, inventando anche il famoso Bacio Perugina. “E’stato un personaggio di rottura, con una visione altissima della donna e del lavoro. Ci vorrebbero tante Luisa Spagnoli, anche ai giorni nostri”, ha dichiarato l’attrice, Luisa Ranieri.

Luisa Spagnoli la miniserie con Luisa RanieriMoltissimi quindi la conoscono solo come stilista, ma la Spagnoli è stata una vera imprenditrice a tutto tondo ed anche una femminista; il suo impegno a livello sociale, molto forte. Nata povera a Perugia nel 1877, Luisa Sargentini a vent’anni incontra e conquista Annibale Spagnoli, con cui si sposa. Creativa, intraprendente e con un notevole senso per gli affari, lo convince ad acquistare con lei una drogheria nel centro della città, dove, senza saper nulla di dolci, comincia a produrre e vendere confetti. E non si ferma più: entra in società con Francesco Buitoni, il patron della pasta, fondando la leggendaria Perugina.

Ha sempre sostenuto le donne, proteggendole anche dai mariti violenti. Tema questo di grande e grave attualità di cronaca, dove le donne sono ancora oggi vittime di tanti abusi e violenze, nelle “sicure” pareti domestiche, uccise, umiliate o molestate da mariti, fidanzati ed ex compagni . Inoltre ha inventato un mondo “che non esisteva”, dando vita non soltanto all’imprenditoria tessile in Umbria ed alla griffe di moda che porta il suo nome ma anche a quella del cioccolato, creando la Perugina. Forse non tutti sanno che i famosi Baci Perugina (quelli che gli innamorati romantici si scambiano a S. Valentino in particolare, con i desiderati bigliettini amorosi all’interno) furono inventati da lei e dal suo amante, Giovanni Buitoni, figlio del suo socio Francesco, per il quale poi Luisa Spagnoli farà delle scelte di vita durissime e molto discusse (lasciò per amore suo, marito e figli, facendo allevare i suoi tre figli dalla cognata). Il nome “Bacio”, infatti, lei avrebbe voluto chiamarlo “Cazzotto“; fu Buitoni stesso che le disse di no, “la gente non li avrebbe comprati mai!”, quindi fu deciso il nome che tutto il Mondo conosce, il Bacio Perugina.

Spagnoli RanieriE ancora, le famosissime caramelle “Rossana“, i “Tre Re“, caramelle e dolci di antichi sapori e ricordi, che caratterizzarono l’infanzia e le giovinezza delle nostre nonne e bisnonne (non esiste una nonna che non ci abbia riempito le tasche di caramelle Rossana, quelle con il sapore “buono”, di casa. Assaggiandole, sapevamo di avere il sapore ed il gusto della nonna, sulle labbra ed in gola). Ma non è finita qui: la Spagnoli era una donna antesignana dei tempi, una donna “moderna” , molto avanti; a lei si deve anche l’invenzione della lana d’angora, ricavata pettinando amorevolmente, non tosandoli, conigli selvatici che aveva visto durante uno dei suoi viaggi a Parigi. Nasce quindi l’angora della Spagnoli, per scialli, sciarpe, boleri ed indumenti alla moda. Era a capo di un’azienda in un periodo storico, quello fascista, in cui le donne non avevano posti di comando. Era una vera imprenditrice, valutava già il marketing (si direbbe oggi), sapeva dove andasse il mercato e come, conosceva dove la società sarebbe andata. Donna intelligente e di spirito creativo/imprenditoriale, di umili origini ma con un senso degli affari spiccato, energia ed umiltà, grande lavoro e fiuto per gli affari, oltre ad un grandissimo senso estetico.

Luisa Spagnoli immagini dei primi del secoloQuando le sue aziende andarono in crisi, la sua risposta fu sempre quella di investire, di alzare il tiro; quando invece il fatturato andava molto bene, la Spagnoli organizzava gite per gli operai. E’ lei che creò la “Città della Domenica“, originariamente chiamata “Spagnolia“, a Perugia, antesignana dei moderni Parchi dei Divertimenti, ormai di dominio pubblico, nazionali e mondiali. Parco che poi venne ristrutturato ed ampliato dal figlio Mario. La Città della Domenica è uno dei ricordi più belli e divertenti; chi ha avuto la possibilità di visitarla, comprenderà molto bene il senso e lo spirito della piena libertà. Animali vari, uccelli di ogni tipo, giochi, natura, piante, spazi verdi e pubblici aperti a tutti, in piena e totale libertà. Luisa Spagnoli si distinse per grande spirito lavorativo e durante la guerra, quando gli uomini erano al fronte, nelle sue fabbriche chiamò le mogli a lavorare e perchè non rinunciassero alla cura dei figli ed alla presenza materna, aprì le prime “nursery”, asili nido aziendali all’interno della fabbrica. Un valore enorme, dato che parliamo del 1915. Se a livello lavorativo fu molto apprezzata e stimata, figura carismatica ed indipendente, sul piano privato e familiare invece fu molto discussa e criticata: era una ribelle e le sue scelte non convenzionali fecero molto scalpore.

Luisa Spagnoli immagine bianco e neroLa Spagnoli non considerò le convenzioni sociali e le sfidò tutte, lasciando come accennato prima, marito e figli per una grande passione professionale ed affettiva, amando e lasciandosi amare da Giovanni Buitoni. Non rinunciò all’amore per Buitoni, 14 anni meno di lei (anche qui, precorritrice dei tempi; oggi è normale avere un compagno più giovane, anche se non mancano le battute graffianti e lo “scalpore”, ma immaginate lo scandalo nei primi del Secolo), vivendo questo sentimento fino in fondo, con profondo coraggio, con una scelta terribile come quella di rinunciare all’allevamento dei suoi tre figli. Una donna che a soli 25 anni aveva già fatto, realizzato e pianificato tutta la propria vita. Morì a Parigi nel 1935, entrando nella Storia, lasciando una serie di marchi, impronte e valori sociali, progettualità ancora molto moderne, intuizioni importantissime come la possibilità di portare il proprio figlio nell’azienda in cui è impiegata la madre lavoratrice, argomento attualissimo e discusso fino all’inverosimile.

di Alessandra Paparelli

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.