Lo chef Paolo Fugali testimonial alla Festa della mandorla di Avola

In occasione della “Festa della Mandorla” che si è svolta nella settimana di ferragosto, il nostro chef Paolo Fugali si è reso testimone d’eccezione della celebre Mandorla di Avola e del rinomato Nero D’Avola (vitigno autoctono), prodotti di eccellenza noti in tutto il mondo.

Orgoglio del Sindaco Cannata e del Presidente della Proloco Peppino Corsico, la Mandorla è la  regina “laica” della cittadina del siracusano, tanto che a maggio le è stato addirittura dedicato uno spazio espositivo, per iniziativa del Consorzio di tutela della Mandorla di Avola, col Comune e Pro Loco, dove si spiega ai turisti, agli abitanti e soprattutto alle scolaresche, il legame intrinseco tra questa produzione di eccellenza e la sua terra.

Un edificio salvato dal degrado

Il “Museo della Mandorla” nasce all’interno di una masseria, appartenente ad una famiglia di antichi produttori locali.

L’edificio, dopo essere stato abbandonato, rischiava di diventare uno dei tanti ruderi di straordinaria bellezza, che costellano Avola e le zone limitrofe. Fortunatamente il Comune ha acquistato la masseria, l’ha ristrutturata e adesso ospita il Museo della Mandorla.

Il percorso 

Attraverso un inebriante un percorso enogastronomico, immerse in un campo di limoni “Femminello”, filari di Nero D’Avola e canna da zucchero, campeggiano le tre varietà di Mandorla, protagoniste assolute della tradizione dolciaria siciliana: la Pizzuta (Chiamata così per il seme a forma di ellisse con una punta all’estremità) il Fascionello e Romana o Corrente D’Avola, impiegate un tempo nelle case dei contadini, nelle cucine dei Monsù a servizio delle famiglie altolocate, o nei monasteri, per preparare alcune specialità quali; il marzapane, la frutta martorana (che si offre nel giorno della commemorazione dei defunti) il biancomangiare (un budino a base di latte di mandorla e scorza di limone) il torrone, la cobaita o giuggiulena (dolce tipico natalizio) i biscotti e la pasta reale della cassata siciliana.

Pastine di Mandorla

Detta anche “Pasta reale” affonda le sue origini nel III secolo a.C. quando lo zucchero venne portato a Roma da indiani e persiani, via mare.

A partire dal VI secolo gli Arabi cominciarono a coltivare e diffondere le piantagioni di canna da zucchero, da cui ricavavano la dolcissima sostanza.

Furono proprio gli Arabi i “genitori” della Pasta di Mandorla, una miscela di zucchero e mandorle macinate. 

La leggenda vuole che nel XI secolo, i monaci e le monache del convento della Martorana a Palermo solevano preparare dei dolci fatti con acqua zucchero e mandorle. Da qui il nome “frutta Martorana”. L’altro nome ovvero “reale” traeva invece origine dal fatto che si trattava di un dolce talmente buono da essere degno di un Re, in questo caso del re Ruggero II.

A voi la ricetta dello chef

Pastine di mandorla Avola

Ingredienti

mezzo chilo di farina di mandorla

mezzo chilo di zucchero semolato 

100 g di miele 

130 g di albume d’uovo 

buccia d’arancia grattugiata 

vaniglia in bacche

zucchero a velo 

ciliegie

Procedimento 

Impastate, mandorla, zucchero, miele e aromi. Poi un po’ alla volta unite l’albume fino a quando l’impasto non risulti sostenuto, non troppo molle, dopodiché formate delle piccole palline e immergetele in mezzo a del candido zucchero a velo.

Applicatevi sopra delle ciliegie candide.

È consigliabile infornare i biscotti il giorno successivo, a temperatura 180 gradi per circa 10 minuti.

Consiglio altresì di accompagnare i biscotti con un ottimo vino da dessert, quale il Nero D’Avola mandorlato, il cui retrogusto richiama per l’appunto le note amarognole ed al tempo stesso delicate delle mandorle.

Per completare l’opera, potete cimentarvi in un’altra squisitezza:

I biscotti al Nero D’Avola, che potete servire insieme a quelli

alla mandorla, per creare una variegata sinfonia di gusti perfettamente compatibili e sinergici

fra di loro.

Ricetta biscotti al Nero D’Avola

600 g di farina 00 

150 grammi di vino Nero D’Avola 

150 grammi di olio di girasole 150 g di zucchero di canna 

12 grammi di lievito in polvere

Procedimento

Unite farina e lievito in polvere in un setaccio, formate una fontanella al centro del tavolo e poi scavatela. Unite tutti gli altri ingredienti fino a quando non si formi un impasto non troppo sostenuto.

Realizzate adesso dei bastoncini dello spessore di circa un centimetro e di una lunghezza di circa 12 cm.

Chiudete il tutto a forma di ciambella, la cui parte superiore dovrà essere impregnata di zucchero semolato.

Disponete in una teglia foderata con carta forno e ponete in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti.

Buon appetito

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