L’insolita attrazione di un trentenne per Vaporella e Bioraria

stira

Sto sfogliando una rivista: articolo interessante, lo leggo dopo, femmina interessante, la guardo dopo, altra femmina (ne servono davvero tante in una rivista di tecnologia!), sfoglio, smartphone e… aspetta-aspetta…il mio subconscio ha registrato qualcosa e mi sta urlando “torna indietro!”.

Sfoglio a ritroso, pubblicità di resine, assicurazione…
Avanti e indietro. Ma coinvolgendo sempre meno pagine come quando si cercava un canale e le tv non avevano il digitale terrestre. Manopola un po’ più a destra, poco poco a sinistra e bingo! (Nei film americani anni 90si usava tanto “bingo”). È davvero uno schianto! Forme che, nel tempo, si sono fatte più morbide. Le maniglie, quelle che a tanti piacevano, quasi non si vedono più. E’ elegante, nera, nerissima, anche soltanto vedendola si capisce cosa sarà in grado di fare se la liberi e la passi… sui polsini! È la pubblicità cartacea della Vaporella e ne sono attratto perché…

Sono un giovane uomo (vado per i 30), abito da solo: sia io sia lo Stato abbiamo mandato in pensione mamma, sicché non solo ha cessato di svolgere le sue mansioni aziendali ma anche quelle di madre-operaia. Per intenderci, a casa mia viene solo a bere il caffè ma di certo non lava, non pulisce i pavimenti e soprattutto non stira. Sono lontanissimi i tempi in cui si avverava quella magia per cui si gettavano i panni sporchi nel “cestone” ed essi, qualche giorno più tardi, riapparivano mondati e perfettamente stirati nell’armadio. Quella poesia è persa per sempre, infangata dalla dura realtà, fatta di macchine che ruotano vorticosamente, di detersivi sponsorizzati da Calimero e da occhiocheilferrobrucia!

Mi piace stirare (donne, il Direttore non mi consente di pubblicare il mio numero di telefono, protestate!), e lo faccio quando ho tempo (cioè dopo le 20 in genere). Questa settimana sono in ferie e ho pensato “lo faccio domattina”, ma subito mi sono risposto “no, c’è la bioraria!”.
La tariffa bioraria consente di pagare l’energia che consumi in base a prezzi di mercato. Visto che di giorno tutti la vogliono (industrie, servizi, ecc), costa più cara, mentre dalle 19.00 alle 8 del mattino dopo, quando “la città dorme”, costa meno.
Ok, costa meno -per ora solo il 10%-. Mi ricordo che si parlava anche di “maggiore eco compatibilità della tariffa bioraria”, eppure non riesco a capire cosa c’entri il green con la tariffa di mercato.
Spulcio sul web, sito di A2A (uno dei principali produttori italiani di energia elettrica):

Lo spostamento di parte dei consumi nelle ore più convenienti potrà contribuire a ridurre la punta di domanda elettrica e, di conseguenza, evitare l’utilizzo delle centrali meno efficienti e più inquinanti”.

Vediamo se ho capito bene, compio un esperimento mentale molto semplificato:

  • siamo in 10 e tutti vogliamo 1 unità di energia alle 16:00.
  • ci sono 10 centrali e ognuna produce 1 unità di energia
  • 7 centrali sono  nuove e inquinano pochissimo, 3 sono vecchie e vanno a carbone
  • se 3 di noi spostano i propri consumi alle 21:00 si potranno usare solo le 7 centrali pulite (perché alle 16:00 a questo punto saranno in 7 a chiedere energia e alle 21:00  solo 3)
  • se invece ci impuntiamo tutti  per volere energia alle 16:00, si dovranno utilizzare anche le 3 vecchie

Quindi il tema è anche questo. Se sposto l’utilizzo degli elettrodomestici più energivori (lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice) durante le ore serali non solo risparmio, ma aiuto anche l’ambiente. Oggi peraltro, con i moderni elettrodomestici, è più semplice: si può programmare la lavatrice affinché consegni il bucato pulito all’ora X. La programmi al mattino e alle 21:00, quando rincasi, c’è solo da stendere i panni.

Ecco cosa ci si aspetta, più nei dettagli:

“L’Autorità per l’energia stima che, se l’insieme delle famiglie italiane spostasse il 10% dei consumi nei periodi più favorevoli, si otterrebbe una riduzione di 450 mila tonnellate l’anno di anidride carbonica (CO2), equivalente alle emissioni di una centrale in grado di soddisfare i consumi di una città di circa 500mila abitanti. In termini economici, si risparmierebbero circa 9 milioni di euro l’anno per minori emissioni di CO2, circa 80 milioni come costo per il combustibile e oltre 120 milioni come costi di impianto. Nell’insieme, il risparmio a favore della collettività delle famiglie e dei piccoli consumatori, sarebbe di oltre 200 milioni di euro l’anno.”

Beh, attrazione pura.
Quindi, ricapitolando, domattina corsa al parco (ne parleremo a breve). Ora invece sono le 19:15, quindi: inumidire la camicia con uno spruzzino,  passare il colletto, i polsini…

Stira responsabilmente!

Luca Munaretto

foto: ranaonline.it

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