L’incoscienza delle Istituzioni

matteo battagliaLo scorso 24 agosto a Sellia Marina, in provincia di Catanzaro, un bambino di dodici anni, Matteo Battaglia, è stato travolto e ucciso da un suv guidato da Andrei Valentin Epure, un ventiseienne romeno. E con questa tragedia si allunga la lista delle vittime innocenti di quello che sembra un gioco al massacro.

Il nome del piccolo Matteo si unisce a quello di Alessandro Carolà, Ermanno Masini, Daniele Carella e di quanti hanno perso la vita a causa di una giustizia inconcludente. Queste, come altre morti, sarebbero potute essere evitate: Andrei Valentin Epure non doveva essere al volante di un’auto visto che nei mesi scorsi gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza e Adam Mada Kabobo, un clandestino, non avrebbe dovuto essere libero di girare per le strade di Milano uccidendo a picconate tre ignari passanti visti i suoi precedenti penali.

Ciò che  scatena la rabbia degli italiani è proprio il fatto che molti, se non la maggior parte di questi reati potrebbero essere evitati dato che vengono compiuti da stranieri entrati clandestinamente in Italia, senza che venga effettuato alcun controllo sulla loro condotta e che, seppure sono già venuti in contatto con le forze di polizia e con i tribunali, continuano a girare indisturbati, liberi di compiere nuovi reati. E invariabilmente questa rabbia degli italiani viene interpretata come xenofobia, razzismo dai soliti perbenisti. Ma siamo certi di poter definire il popolo italiano razzista? In quale altro Paese europeo l’immigrazione clandestina è così ampia ma soprattutto così incontrollata? Nessuno in Italia pretende che venga impedito l’ingresso nel nostro Paese a chiunque, ma soltanto che l’immigrazione avvenga in modo controllato e soprattutto che eventuali condanne o ammende a carico di immigrati, e non, non restino lettera morta.

In una situazione che diventa sempre più insostenibile  inasprisce ancor di più gli animi l’assenza assoluta o, peggio ancora, l’indifferenza delle Istituzioni che non esitano a condannare episodi come quello dei manifesti razzisti contenenti minacce di morte contro il romeno che ha ucciso Matteo Battaglia ma non si preoccupano, nello stesso tempo, nemmeno di indirizzare la loro azione di governo ad una seria regolamentazione dell’immigrazione, ad una vera vigilanza sul territorio nazionale e ad una forte e reale riforma della giustizia che tanta importanza dovrebbe rivestire in qualunque Paese civile. Non si può permettere,  senza far nulla per impedirlo, che un tribunale giudichi incapace di intendere e di volere un uomo, non importa la sua nazionalità, che ha ucciso con lucidità e freddezza tre persone innocenti e non aspettarsi alcuna reazione di protesta da un intero popolo. Qui non si tratta di razzismo o xenofobia, bisogna finirla di nascondersi dietro definizioni sciocche e scontate, ma siamo di fronte all’esasperazione pura e semplice. I cittadini italiani si sentono lasciati soli a far fronte ad un insostenibile stato di violenza senza che le Istituzioni si sognino neppure di porvi un freno.

Sembra sia davvero arrivato il momento di dare delle risposte concrete a questo popolo esasperato, ma sarà pronta la politica a rinunciare alle sue beghe, ai suoi rancori interni al fine di operare per la collettività? Quante altre vittime ci dovranno essere prima di ottenere la sicurezza che lo Stato dovrebbe garantirci? E chi avrà sulla coscienza nuove vittime innocenti?

di Sara Agostini 

foto: gazzettadelsud.it

1 risposta

  1. Massimo

    Nessuno ti darà mai risposte. Nessuno darà mai risposte a quei poveri genitori che hanno perso i loro figli in questi tragici fatti di cronaca. Questo è il paese di molte marionette manovrate da una banda di luridi solo a caccia dei loro privilegi personali e di chi gli sta accanto.
    Il nostro Stato di “diritto” affonda soltanto chi rispetta le regole, mentre è garantista con chi le viola costantemente.
    Ci rimane solo una speranza prima di affondare: cacciarli…………

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