La “speranza che non delude” costituisce, in sintesi, il cuore del messaggio natalizio

Nativity

Cari fratelli e sorelle, in questo giorno santissimo vogliamo fare nostro il memorabile annuncio del S. Natale, con le stesse parole dell’apostolo Paolo: “è apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio, nostro Salvatore!” (Tt 2, 11-14) Oggi la Chiesa Universale vuole celebrare festante questo lieto annuncio.

La grazia di Dio, traboccante di tenerezza e di bontà, non è più celata ma “è apparsa” cioè, si è rivelata nella carne, ha fatto conoscere il suo vero volto di Bambino nella persona di Gesù, figlio di Giuseppe e di Maria, nato a Bethlemme di Giuda, nel corso del primo censimento svolto sotto l’Imperatore romano Cesare Augusto; tutte coordinate storiche queste, alle quali fa cenno anche l’evangelista Luca. Proprio sul volto di questo Bambino, dunque, è apparsa la grazia di Dio e ce lo rivela anche il significato del nome “Gesù” che, tradotto dall’ebraico, vuol dire “Dio salva”. La grazia di Dio si è fatta carne in Gesù Cristo, carissimi!

Ecco perché il Natale è considerato una festa luminosa, un evento che sprigiona non una luce totale, come potrebbe verificarsi in pieno giorno, ma un chiarore che lentamente dirada le tenebre dell’oscurità, diffondendosi a partire da un punto preciso dell’universo, da Betlemme di Giudea, borgata silenziosa e nascosta dove Gesù è nato. In realtà, è Lui stesso la luce, così come raffigurano tante opere artistiche sulla Natività; è Lui la luce, che mostrando il suo calore, dissolve la nebbia dell’incredulità, scaccia ogni tenebra e ci comunica il vero senso dell’esistenza e della storia. Guardiamo al presepe: in tutta la sua semplicità, si presenta a noi come un chiaro invito a spalancare docilmente il cuore e la mente al grande mistero della vita. Contempliamo il presepe: incontreremo prima la Vita che non muore più, poi toccheremo con mano la vita di Dio che, invece, vuol farsi carne mortale per salvare tutti gli uomini.

Gesù, infatti, non si è manifestato solo a pochi o ad alcuni, ma a tutto il mondo. Gli effetti della sua nascita, quindi, irradiano una luce salvifica universale, Cristo redime tutto il creato, assieme all’uomo e alla sua storia. Da un’umile dimora di Betlemme, la grande gioia risuonò per tutti: giudei e pagani, vicini e lontani, ricchi e poveri, credenti e non credenti. Dinanzi ad un prodigio così singolare l’uomo non può non accogliere generosamente Gesù e perchè il suo cuore possa ricevere un raggio di quella luce divina, occorre rispondere “sì” all’amore di Dio, proprio come ha fatto Maria. Ad accogliere Gesù in quella notte santa c’erano Maria e Giuseppe ed insieme a loro, anche i pastori che ricevuto l’annuncio degli angeli abbandonarono il gregge per recarsi ad adorare il Dio-Bambino (cfr Lc 2,1-20).

Quella della grotta, quindi, è una piccola comunità, prima immagine della futura Chiesa e di tutti gli uomini di buona volontà. Tra questi uomini vogliamo annoverare coloro che Lo attendono nella vita di ogni giorno, che Lo cercano e si mettono in cerca dei suoi passi, assieme a quanti hanno il cuore proteso verso di Lui, desiderando ardentemente di conoscere il suo volto e di contribuire alla costruzione del suo Regno di giustizia e di pace. È lo stesso Gesù che nel corso della sua predicazione lo annuncerà con voce chiara e decisa: gli operai assunti per la costruzione del suo Regno sono i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia (cfr Mt 5,3-10), persone senza alcuna qualificazione o titolo di studio, senza meriti né riconoscimenti ma, in verità, tutti fratelli e sorelle che riconoscono in Gesù il vero volto di Dio e che ripartono, come i pastori di Betlemme, rinnovati nel cuore dalla gioia di uno splendido incontro e dall’amore che quel Bimbo sprigiona.

Fratelli e sorelle, la “speranza che non delude” costituisce, in sintesi, il cuore del messaggio natalizio, rivolto, non solo ai credenti, ma a tutti gli uomini che Egli ama. Gesù è nato per tutti e, come a Betlemme Maria lo offrì ai poveri pastori, in questo giorno santo è tutta la Chiesa che lo presenta all’intera umanità, perché ogni uomo ed ogni situazione possa sperimentare la forza della sua grazia capace di trasformare il male in bene ed il cuore arido dell’uomo in una freschissima oasi di pace. Possano sperimentare la grazia di Dio tutti i fratelli che si ostinano a vivere “nelle tenebre e nell’ombra di morte” (Lc 1,79). Cristo è nato anche per loro.

La Luce di Betlemme abiti anche i cuori di coloro che non si rassegnano alla logica perversa della violenza. La grazia del Cristo risani la dilagante crisi sociale che ha spento troppo presto il sorriso delle nostre famiglie, soprattutto di quelle più giovani. Questa Luce illumini principalmente i bambini dei Paesi sottosviluppati e quelli di tutti i Paesi in difficoltà, affinché sia restituita loro la speranza di un avvenire sempre migliore.

Carissimi, in questo nostro mondo, con le sue potenzialità e le sue debolezze, i suoi progressi e le sue crisi, con le sue speranze e le sue angosce “è apparsa la grazia di Dio Salvatore” (Tt 2,11). Lo adoriamo in ogni parte della terra, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Lo adoriamo silenziosamente mentre Lui, ancora piccolo, ci esorta: “Non abbiate paura, Io sono Dio, non ce n’è altri” (Is 45,22). Venite a me, non temete: sono venuto a recarvi l’amore di Dio e a consegnarvi la via e gli strumenti per realizzare la pace.

AndiamoGli incontro ed affrettiamoci come i pastori nella notte di Betlemme. Dio ci viene incontro e ci mostra il suo volto, ricco di grazia e di verità Non sia vana la sua venuta! Cerchiamo Gesù, lasciamoci attirare dalla sua luce, avviciniamoci con fiducia, con umiltà e prostriamoci per adorarLo, insieme a Maria sua Madre.

Fra’ Frisina

The_Mystical_Nativity

Nell’immagine, la Natività mistica, di Sandro Botticelli (1501)

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