La nascita del Messia

stella-cometa_lBeata colei che ha creduto” (Lc 1, 45) è la prima beatitudine registrata nei Vangeli ed è rivolta esclusivamente alla Madre di Dio. La Vergine Maria, infatti, pronunciando il suo “sì” a Dio, manifesta un affidamento totale verso il Signore ed una piena adesione alla sua volontà. Il momento dell’Annunciazione è per la fanciulla di Nazaret un evento estremamente decisivo che la rende, in maniera singolare, espressione alta e sincera della fede di Israele. In Maria, infatti, si compiono tutte le promesse antiche e si concretizza l’attesa del Messia Salvatore che a partire dal Paradiso terrestre, passando per i Patriarchi e la travagliata storia del popolo di Israele, doveva consumarsi in una “città della Galilea chiamata Nazaret” (Lc 1, 26).

Se la fede di Abramo, granitica e solida, inaugura l’opera plurimillenaria della salvezza, quella di Maria, altrettanto ferma e sincera, apre i tempi nuovi della nostra Redenzione. Il Vangelo di questa IV Domenica d’Avvento (Lc1, 39-45) ci presenta la visita di Maria a S. Elisabetta ed in senso lato narra il primo incontro tra Giovanni Battista e Gesù. L’Evangelista Luca, colui che più di tutti gli altri ci racconta con dovizia di particolari l’infanzia di Gesù, tiene a sottolineare che Maria “raggiunse in fretta” (Lc 1, 39), in una città della Giudea, Elisabetta sua parente. Portandosi “in fretta” da Elisabetta, anch’essa incinta, Maria ci comunica da una parte la volontà di esserle di aiuto e ci dice, dall’altra, il profondo desiderio di condividere con la parente l’indescrivibile gioia per l’imminente nascita del Messia. Sì, è indescrivibile la gioia delle nostre protagoniste. Le due icone femminili concentrano in sé le speranze e le attese di coloro che aspettavano, ormai assopiti, la realizzazione delle promesse antiche, gente umile questa, semplice, religiosa e timorata di Dio.

La prima lettura (Mic 5,1-4) annuncia la venuta di un “nuovo dominatore”, un re dalle umili origini, pacifico, che regnerà secondo il cuore di Dio e che perciò non governerà con la grandezza e il potere, ma con la saggezza e la fedeltà di Davide. Il Bimbo di Betlemme compirà tutte queste promesse. Come ricordavo poc’anzi, il Vangelo narra l’episodio “missionario” della visita di Maria ad Elisabetta. In questo gesto premuroso e di profonda solidarietà, Maria manifesta l’amore vero che ciascuno di noi custodisce nel suo cuore e che cresce quando nella nostra vita è presente Gesù. Come sarebbe edificante se tutte le nostre azioni si ispirassero sempre a questo messaggio evangelico! Sappiamo bene con quanto impegno cerchiamo di diffondere il Vangelo laddove viviamo e conosciamo, altresì, le tante sfide e, a volte, le enormi difficoltà che si incontrano, soprattutto oggi; sfide di natura spirituale, antropologica, sociale, culturale, economica. Pensiamo, in particolare, al dramma della droga che, purtroppo, colpisce tantissimi giovani; come non segnalare, inoltre, l’attuale disagio della dilagante disoccupazione che infrange in fieri la gioia e l’entusiasmo delle nascenti famiglie.

Di fronte a tali situazioni, come possiamo rimanere indifferenti? Se “abbiamo creduto all’amore” (1Gv 4,16), non possiamo smettere di testimoniare la forza e la speranza che il Vangelo comunica a coloro che lo accolgono e ne fanno la loro legge di vita. Se “abbiamo creduto all’amore”, non possiamo non avvertire forte la chiamata a farci prossimo nei confronti di chi è nel bisogno e nella sofferenza. Con coraggio, consegniamo a tutti la gioia del Vangelo e l’intramontabile annuncio del Natale: “Non avere paura, Gesù è nato per noi!”. Questa missione interpella tutti noi, soprattutto le famiglie, chiamate più di ogni altra istituzione umana a trasmettere fedelmente, senza spirito di delega, gli alti valori della fede cristiana e a viverli intensamente. Possa lo Spirito Santo, in prossimità di questo Natale, suscitare in ciascuno di noi l’entusiasmo per amare la vita, difendendola, custodendola, promuovendola con ogni mezzo legittimo e condividendo con ogni uomo di buona volontà la gioia che Gesù è venuto a portare nel mondo. Sarà questo, per ogni cristiano, il modo migliore per celebrare autenticamente il Natale del Signore. “Ecco, io vengo per fare la tua volontà” (Eb10,7).

Presentando l’Incarnazione di Cristo, l’autore della Lettera agli Ebrei cita le disposizioni con le quali il Messia fa il suo ingresso nel mondo: “Non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato” (Eb 10, 5). Il sacrificio perfetto che Gesù offre al Padre è la sua piena adesione al progetto della salvezza dell’uomo. L’obbedienza di Cristo, che sin dall’inizio ha contraddistinto la vicenda terrena di Gesù, si compirà definitivamente nel mistero pasquale. Nel Natale, infatti, è già viva e presente la prospettiva pasquale e se il mistero della Redenzione ha inizio concretamente nella mangiatoia di Betlemme, esso si compirà in maniera cruenta sulla croce di Gerusalemme. In entrambi i luoghi “stava Maria, sua Madre” (cf Mt 2,11; Gv 19,25), encomiabile esempio di fede per ogni credente. Ci aiuti Lei a preparare degnamente la venuta del Signore e con la voce di Elisabetta riconosciamo in Lei le grandi cose compiute dal Signore. “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1, 42). Sia Gesù, che si è fatto bambino per restituire la gioia all’umanità peccatrice, ad accrescere in noi il dono della fede e a portare ad ogni uomo, luce, speranza e tanta serenità.

di di Fra’ Frisina

foto: decorazionidinatale.org

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