La malattia del “coraggio”

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Ipoproteinosi di Urbach-Wiethe…pochi hanno sentito parlare di questa malattia (più unica che rara); la neurologa Justin Feinstein della University of Iowa ci aiuta a capire di che cosa si tratta attraverso il caso di una donna totalmente incapace di avvertire qualsiasi forma di paura. La patologia, genetica, si è manifestata nella donna all’età di 10 anni calcificando l’amigdala, l’area del cervello che analizza le percezioni sensoriali e avverte l’organismo se c’è qualche rischio per la propria sopravvivenza. È in questa struttura neurologica,  il cui nome deriva dalla sua forma a mandorla, che si concentrano tutte le nostre paure e le reazioni istintive legate ad esse, come la fuga. In seguito a questa malattia la donna è diventata totalmente incapace di avvertire ogni forma di paura e pericolo o di mettere in atto strategie di difesa e di fuga. I ricercatori hanno messo alla prova la donna, testando quanto fosse immune alla paura ed i risultati sono stati sorprendenti. Per esempio le hanno fatto vedere dei film horror mostrando totale insensibilità alle immagini ed ai suoni; la donna è stata portata,poi, in un negozio che vendeva ragni e serpenti, animali che da sempre inorridiscono le donne, eppure il “soggetto” li ha accarezzati senza alcun timore o esitazione, mostrando, anzi, curiosità. Ad Halloween la neurologa, insieme al team di ricercatori e ad un gruppo di volontari, hanno condotto la paziente in un ospedale dove un tempo erano ricoverati i malati di tubercolosi, oramai abbandonato e ritenuto uno dei posti più inquietanti della Terra; una volta l’anno (31 ottobre) la struttura diventa una casa del terrore piena di mostri, fantasmi e assassini, risultato: la donna ha guidato l’intera squadra tra quei corridoi bui (che hanno impressionato tutti gli altri), senza alcun segno di timore o suggestione. Una malattia complessa quanto affascinante che, a detta dei medici, è molto rischiosa in quanto ,non avvertendo il pericolo, si mette a repentaglio seriamente la propria vita, come tante volte è accaduto nella vita di questa donna. Scavando nel suo vissuto, i medici hanno, infatti, trovato episodi traumatici per chiunque, ma che in lei non hanno lasciato la minima traccia. Un esempio particolarmente impressionante, raccontato dalla stessa paziente, è l’incontro fatto di notte, al parco, con un tipo poco raccomandabile: mentre camminava sola per il parco, di sera, una persona che nessuno spera di incontrare la invita ad avvicinarsi; nessuno avrebbe mai pensato di farlo perché è una situazione pericolosa, invece la donna ( la cui amigdala non la mette in guardia sulla possibilità di “rimetterci la pelle”) si è incamminata verso di lui e si è vista puntare un coltello alla gola. Anche in questa circostanza la reazione è inaspettata: non prova a fuggire o a chiamare aiuto, ma ,con assoluta indifferenza, risponde al “tipo” che se la uccidesse dovrebbe vedersela con gli angeli del Signore. La freddezza della risposta ha lasciato spiazzato anche l’uomo che, alla fine, è andato via, forse spaventato da quella reazione. I ricercatori commentano che è un miracolo che questa donna sia ancora viva e, adesso, stanno cercando di studiare bene il fenomeno anche per una cura inversa, cioè per aiutare persone che hanno subito traumi forti o hanno fobie patologiche , perché agendo sull’amigdala si spera di aiutare queste persone.

Rosa di Matteo

Foto: partecipiamo.it

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