Italiani in cammino

Il turismo lento è stato il vero protagonista dell’estate italiana 2020.

La nostra penisola è ricca di itinerari che possono essere percorsi in bici, a piedi o a cavallo, beneficiando al contempo di meravigliosi scorci di montagna, mare e piccoli borghi.

Pur anticipando la fredda stagione, l’autunno, insieme ai suoi energizzanti colori, regala ancora lunghe e miti giornate, offrendo un ottimo compromesso per godersi alture, colline e roridi sottoboschi.

Camminare per l’Italia

Io Cammino in Italia è un gruppo facebook nato con l’obiettivo di raccogliere informazioni sui diversi cammini italiani e promuovere questo tipo di turismo allo scopo di aiutare le aree rurali a ripartire dopo la crisi creata dal Coronavirus. Gli itinerari prevedono trekking dai 60 ai 1000 km circa, molti dei quali ben organizzati e forniti (disponibilità di tracce GPS, strutture convenzionate, sentieri tracciati e mappe/guide disponibili).

Di seguito vi segnaliamo tre dei dieci cammini più belli selezionati dal quotidiano britannico The Guardian.

  • Cammino delle Terre Mutate, da Fabriano a L’Aquila (257 km). Questo itinerario unisce due parchi naturali, quello dei Sibillini e quello del Gran Sasso, percorrendo molte delle zone che hanno subito i danni del sisma del 2016.
  • Via degli Dei, tra Emilia Romagna e Toscana. Un percorso di 120 km che collega Bologna e Firenze lungo l’Appennino; percorre parte della via Flaminia Militare e attraversa diverse cime, dai cui toponimi – Monte Adone, Monzuno (Mons Iovis, Monte di Giove), Monte Venere – deriva probabilmente il nome della via.
  • La via Francigena è forse il percorso pedonale italiano più popolare. Il percorso si estende per circa 1000 km, lungo la direttrice di più regioni, dal Colle del Gran San Bernardo – tra Italia e Svizzera – a Roma.

Di cosa si tratta

In genere tutti gli itinerari seguono reti tracciate dal CAI – Club Alpino Italiano – il quale si occupa di individuare sentieri, mantenerli curati e contrassegnarli con il classico segnavia bianco-rosso.

Quelli che ne fanno parte sono in genere sentieri escursionistici (E) che non prevedono tratti per escursionisti esperti (EE) né particolarmente esposti o rischiosi; questi possono essere affrontati senza attrezzatura tecnica come caschetti o imbragature.

Si tratta perlopiù di itinerari lunghi, tra i 15 e i 35 km, con tappe giornalierie intermedie, variabili a seconda della preparazione fisica. La sosta notturna avviene in strutture come B&B o agriturismi o in tenda.

Alcuni itinerari offrono la possibilità di usufruire di alloggi convenzionati e credenziali. Il cosidetto “passaporto del pellegrino” consente al viandante la registrazione e l’accesso agevolato alle strutture di accoglienza, oltre che la certificazione dell’avvenuto completamento dell’itinerario (anche conosciuto come “Testimonium”).

Cosa significa affrontare un cammino

Partire per un trekking di più giorni significa mettersi alla prova. Non si parte con la certezza di raggiungere la meta finale, piuttosto con la consapevolezza di saper accettare eventuali imprevisti (piccoli incidenti, infiammazioni) e difficoltà fisiche e/o emotive.  

Elemento fondamentale del cammino è l’essenzialità; questo si traduce in uno zaino poco ingombrante e funzionale. Durante la preparazione dello zaino, ci si rende conto di come siano poche le cose di cui abbiamo reale ed effettivo bisogno in viaggio. Una volta fatto ritorno a casa, ciò diventa motivo di personale riflessione e piacevole leggerezza.

Durante il cammino si fa proprio il monito del tempo: il tempo non è scandito dall’orologio, bensì dettato dalla natura. Ci si alza quando sorge il sole e ci si ferma al tramonto, sfruttando tutte le ore di luce. Assecondare la natura e saper prontamente rispondere sono doti che simili esperienze possono insegnare: può capitare che un forte acquazzone ci porti a rivedere i nostri piani e ci chieda di cercare un riparo per la notte prima di quanto previsto.

Partire in compagnia o in solitaria? In entrambi i casi non si è mai davvero soli. Sono molte le persone che solitamente si ha la fortuna di incontrare lungo il cammino, pronte a regalare un sorriso, un cerotto all’occorrenza o condividere un pasto.

Ciò che spinge a partire può avere ragioni diverse per ciascuno di noi, ma molte di queste hanno spesso una base comune: l’autenticità del vivere e del condividere, sia con l’altro che con noi stessi.

Una realtà che piace

Secondo i dati elaborati da Terre di Mezzo editore, negli ultimi tre anni il numero dei camminatori è raddoppiato; si tratta di un trend in costante crescita. Nel 2018 per la prima volta i camminatori italiani hanno preferito gli itinerari della penisola a quello di Santiago di Compostela.

Da un ulteriore sondaggio, sottoposto a quasi 3000 camminatori, emerge inoltre che le motivazioni principali che spingono a partire sono la passione per il trekking, la grandiosa e rara opportunità di vivere immersi nella natura e la scoperta di nuovi territori; soltanto il 25% vive simili esperienze per motivi religiosi.

Un vecchio che torna nuovo, la ricerca di un piacere genuino, il bisogno di ritrovarsi, il desiderio di riacquistare una sincronia con la natura, il senso di una serenità scevra da connessioni virtuali e da tragurdi imposti da altri.

Il turismo sostenibile è una strategia di sviluppo che ha come fine ultimo quello della riscoperta e della valorizzazione del nostro territorio, tutelandone peculiarità, popoli, dialetti e tradizioni. Viaggiare a passo lento è salutare per chi lo pratica e un investimento nel presente per il futuro più vicino.  

Foto di Hermann Traub da Pixabay

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