Infortuni in itinere: cosa significa?

infortuni

L’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) tutela i lavoratori che subiscono un infortunio durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro. Qualsiasi modalità di spostamento è ricompresa nella tutela (mezzi pubblici, a piedi, ecc.) a patto che siano verificate le finalità lavorative, la normalità del tragitto e la compatibilità degli orari.

Al contrario, il tragitto effettuato con l’utilizzo di un mezzo privato, compresa la bicicletta in particolari condizioni, è coperto dall’assicurazione solo se tale uso è dimostrato come necessario, ad esempio se il mezzo è fornito o prescritto dal datore di lavoro per esigenze lavorative, il luogo di lavoro è irraggiungibile con i mezzi pubblici oppure i mezzi pubblici obbligano a attese eccessivamente lunghe o comportano un rilevante dispendio di tempo rispetto all’utilizzo del mezzo privato.

Ovviamente non sono riconosciuti gli infortuni direttamente causati dall’abuso di sostanze alcoliche e di psicofarmaci, dall’uso non terapeutico di stupefacenti e allucinogeni, nonché dalla mancanza della patente di guida da parte del conducente.

I dati statistici pubblicati ci danno informazioni che fanno riflettere

I dati pubblicati dall’INAIL a luglio 2020 e relativi ai casi di infortunio sul lavoro in itinere nel 2019.Oltre il 27% degli infortuni sul lavoro con esito mortale registrati nel 2019 riguardano infortuni in itinere, cioè un caso su quattro avviene durante uno spostamento per motivi di lavoro.

In particolare sono stati 73.000 gli infortuni in itinere con coinvolgimento di un veicolo (circa il 75% degli infortuni complessivi) e hanno comportato 318 decessi pari al 27,5% dei decessi totali per incidente sul lavoro.

Nel 2019 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia sono stati 172.183, le vittime 3.173 e i feriti 241.384. Significa che quasi la metà degli incidenti stradali avvengono mentre ci si sposta per andare al lavoro, e il 10% dei morti per incidente stradale sono causati da infortuni “in itinere”.

Questo dato riflette sicuramente il fatto che la gran parte degli spostamenti con mezzi, soprattutto privati, avviene per andare al lavoro e tornare a casa, e in questo senso la possibilità di lavorare da remoto comporta un vantaggio.

La sonnolenza

Quanto contano la fretta, la stanchezza la mancanza di sonno? ll 17 maggio 2023 si si è svolto a Roma, presso l’ Università Sapienza il Convegno Incidentalità stradale, lavoro e salute, che ha presentato i risultati di un progetto di ricerca finanziato proprio dall’ Inail e ha evidenziato come una delle cause mediche più frequenti di eccessiva sonnolenza diurna, fattore di rischio indipendente di incidenti stradali e sul lavoro, e causa di ridotta performance lavorativa, è la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).

La prevalenza in Italia di OSAS risulta sotto-diagnosticata, in quanto si stima che su oltre 24 milioni di persone affette dalla Sindrome solo il 4% sono diagnosticate e il 2% trattate. Le apnee notturne hanno un forte impatto sociale ed economico per i costi sanitari (diagnosi e trattamento di molteplici patologie associate) e sociali (incidenti domestici, stradali e lavorativi).

La differenza di genere

Nel corso del quinquennio 2017 -2021 la percentuale di infortuni in itinere (sul totale degli infortuni) è stata sempre più elevata per le donne rispetto a quella degli uomini (mediamente 21% contro 11%) e anche per i casi mortali questo rapporto è risultato sempre più alto per la componente femminile rispetto a quella maschile (mediamente 40% contro 21%).

Questo è in contrasto con il fatto che in generale solo il 24% degli incidenti stradali é causato dalle donne, mentre il restante 76% é responsabilità degli uomini.

Cosa ci dice questo dato?

Che nonostante le donne siano delle guidatrici più attente, sono più a rischio quando vanno al lavoro o tornano a casa. Non è difficile immaginare quali possano essere le cause.

Ad esempio se pensiamo che mediamente l’orario di lavoro è 8 ore e un asilo statale è aperto dalle 9 alle 16, le acrobazie necessarie per portare o riprendere un bambino da scuole per una mamma che lavora a tempo pieno e va al lavoro in auto, o peggio in motorino, il rischio è più che evidente.

Limitando l’analisi ai soli infortuni in itinere per le donne, oltre il 50% dei casi riconosciuti sono avvenuti nella mattina ovvero all’inizio del turno lavorativo, circa un quarto durante la pausa pranzo e uno su otto alla fine della giornata di lavoro.

Come dire che le donne escono di casa già stanche…

*Biochimico, direttrice del  Laboratorio Rischio Agenti Chimici dell’INAIL

Foto di Steve Buissinne da Pixabay


Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.