Il Taglio Finale dei Pink Floyd

3678751_640pxUsciva oggi, 21 marzo, 1983, Pink FloydThe Final Cut, il dodicesimo album studio della celeberrima band britannica. E’ un concept album, ultimo con Roger Waters nella band è unico senza l’apporto di Rick Wright alle sue tastiere.

Album controverso da molti giudicato come un vero e proprio lavoro solista di Waters che è l’unico autore dei brani. Già dal sottotitolo in copertina, A requiem for the post-war dream by Roger Waters, performed by Pink Floyd, si comprende la natura “watersiana” dell’album. Gilmour si sente poco ma ogni suo momento è pura poesia musicale come in “The Fletcher Memorial Home” o in “Your Possible Pasts”.

E’ un album intenso e commovente, un viaggio nella psiche di uno dei geni moderni, un duro attacco alla guerra e alla politica inglese di inizio anni 80. Infatti, il concept è un’accorata, passionale denuncia sulla brutalità di tutte le guerre. L’album è chiaramente ispirato al rifiuto della guerra dopo quella delle Falkland o Malvinas e dichiaratamente dedicato alla figura di Eric Fletcher Waters, padre di Roger, morto in Italia durante la seconda guerra mondiale. Sbarcato ad Anzio insieme alle truppe alleate il 23 gennaio 1944, ha perso la vita nella confinante Aprilia (teatro dello scontro più feroce con le truppe naziste) il 18 febbraio dello stesso anno. Il suo corpo risulta ancora disperso, e il 18 febbraio 2014, per il 70º anniversario dello Sbarco, Roger Waters ha visitato Aprilia e i luoghi dove perse la vita il padre, scoprendo due monumenti in Città in memoria dei Caduti dello Sbarco senza sepoltura.

Un viaggio tra politica e sentimenti personali che ne fanno un capolavoro dell’arte moderna spesso sottostimato dalla critica dopo la grandezza di The Wall, l’album precedente della band. Tuttavia, seppur lontano da certe sonorità tipiche degli anni ’70, questo lavoro si incastra perfettamente nella discografia floydiana chiudendo la stagione dei concept album e dell’era Waters con un taglio finale intenso ed emozionante. Il messaggio finale di Waters è affidato a poche, taglienti e poetiche parole sull’universalità della razza umana che deve essere al di sopra di divisioni e guerre:

Ashes and diamonds

Foe and friend

We were all equal in the end

img_4573--f9951Consiglio: quest’album deve essere ascoltato con cuffie per via dei forti piano/forte che lo caratterizzano e per apprezzare ogni suono dell’orchestra, della band e degli effetti sonori registrati con l’innovativa tecnica dell’olofonia. Un particolare microfono detto olofono, inventato dall’italiano Umberto Maggi, simula il funzionamento dell’orecchio umano e permette all’ascoltatore di ricostruire un’immagine tridimensionale del suono.

La tracklist:

The Post War Dream – 3:00

Your Possible Pasts – 4:26

One of the Few – 1:11

When the Tigers Broke Free – 3:16 (non nella release del 1983, inserita nell’edizione 2004)

The Hero’s Return – 2:43

The Gunner’s Dream – 5:18

Paranoid Eyes – 3:41

Get Your Filthy Hands Off My Desert – 1:17

The Fletcher Memorial Home – 4:12

Southampton Dock – 2:10

The Final Cut – 4:45

Not Now John – 4:56

Two Suns in the Sunset – 5:23

di Aldo Spinelli 

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