Il Pd ha tradito i suoi elettori?

bersrenziGli elettori del Pd si sentono traditi dal programma politico che ad oggi, alla luce dell’agenda di governo, sembra coincidere con quello del Pdl.

La cosa si era capita già subito dopo le elezioni di febbraio, ma le vicende degli ultimi giorni, tra il rimpiattino dei nomi in lizza per il Colle e la formazione del nuovo governo, che ha sconfessato i punti assai cari a bersaniani, renziani e correnti varie, è la prova lampante delle torbide macchinazioni tra finti avversari politici.

Tanto per cominciare, sono stati cancellati dall’agenda Letta alcuni dei punti fermi, o almeno così parrebbe.

Ricordiamo infatti che all’indomani delle elezioni, il senatore Migliavacca aveva giurato che il Pd avrebbe votato per l’arresto di Berlusconi in caso di motivata richiesta da parte dei pm, mentre Luigi Zanda aveva dichiarato Berlusconi ineleggibile.

Improvvisamente con la rielezione di Napolitano il Pd ha fatto una strana inversione a U e adesso è calato un silenzio spettrale su questioni che prima sembravano di vitale importanza.

Paradossalmente, una frase che echeggia con insistenza tra le file del rinnovato Pd è “Con la lotta al conflitto d’interessi non si mangia”.

Il punto è che otto milioni e mezzo di elettori hanno votato il partito di Bersani, certi di trovare finalmente risposta a una voglia di giustizialismo o di “accanimento” per usare le parole di Berlusconi, che solo il Pd vantava di poter far trionfare.

Non solo, Silvio Berlusconi si candida a Presidente della Convenzione che riscriverà la Costituzione.

Utile in tal senso ricordare qualche passo della Costituzione stessa:

La costituzione italiana non può essere modificata da leggi ordinarie, né tanto meno attraverso eccezionali deroghe o procedure informali. Per modificare la Costituzione è necessario ricorrere all’adozione di leggi di revisione costituzionale.

Le leggi di revisione sono leggi sovraordinate rispetto alle leggi ordinarie. Solo esse sono in grado di incidere (attraverso modifiche, disposizioni aggiuntive, abrogazioni) sul testo della Costituzione.

Ciò non deve tuttavia indurre a ritenere che attraverso le revisioni costituzionali sia possibile addivenire a revisioni totali della Costituzione o sia, addirittura, possibile procedere alla fondazione di un nuovo ordinamento costituzionale.

Il potere di revisione costituzionale è un potere costituito, giuridicamente delimitato e nettamente separato dal potere costituente che è, invece, un potere extra ordinem destinato a irrompere nei grandi momenti della storia (eventi rivoluzionari, disgregazione di imperi, lotte di liberazione, fine di dittature o di guerre).

di Redazione

foto: liberoquotidiano.it

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