Il mondo del jazz piange il pianista Adriano Urso, stroncato da un infarto a soli 41 anni

Adriano Urso, grande musicista e talento del jazz romano è morto a 41 anni per infarto.

La sera si poteva assistere alle sue esibizioni nei jazz club mentre creava musica e regalava emozioni a chiunque lo ascoltasse, principalmente allo storico Cotton Club e in seguito al Gregory’s jazz club.

Un personaggio unico non solo sul palco, ma anche nella vita: guidava una Fiat 750 special d’epoca, vestiva sempre abiti eleganti e si poneva come un gentiluomo d’altri tempi. 

In questi giorni tantissimi sono stati i messaggi dei colleghi e degli amici che lo descrivono come una persona di grande genio e talento musicale, ma anche dalla grande umiltà con cui si guadagnava sempre affetto e stima.

L’aspirazione di ogni musicista è vivere del proprio talento e stare a contatto con le persone, questo negli ultimi mesi per Adriano non era stato possibile. Aveva perciò deciso di fare il rider consegnando ogni tanto cibo a domicilio, poiché ormai non si poteva più suonare nei locali a causa delle restrizioni per il Covid.

La scorsa domenica 10 gennaio Adriano guidava la sua automobile verso una consegna e la macchina si è fermata. Una volta sceso per spingerla, chiedendo aiuto a due passanti, il suo cuore ha cessato di battere in seguito al grande sforzo. Il musicista si è accasciato a terra tra le braccia dei suoi soccorritori, lasciando i suoi ammiratori senza note, in silenzio e sgomenti. Il suo ricordo però non morirà, si potrà continuare ad ascoltare la sua musica nonostante la tristezza del momento.

Il settore artistico in questo periodo sta subendo un brutto colpo a causa della pandemia, persone fatte di sogni e sacrifici, ora più che mai costrette a farne di altri allontanandosi da quel mondo che tanto amano, fatto di socialità e creatività. 

Il giorno 13 gennaio si sono celebrati i funerali presso la chiesa di Santa Gemma Galgani a Roma, tanti sono stati gli omaggi e i ricordi dei colleghi e di chi ha potuto conoscerlo e apprezzare la sua arte. 

Uno degli amici del Gregory’s jazz club di Roma lo ricorda così: «Adriano Urso ci ha lasciato. Se n’è andato così, velocemente come le note che uscivano rapide dalle sue dita sul pianoforte. Adriano è, il presente è voluto, uno dei pianisti jazz più virtuosi della nostra generazione (il nostro Teddy Wilson). Ad un solido bagaglio di studi classici, unisce la capacità d’improvvisare, in jam sfrenate che andavano avanti sino alle prime luci dell’alba. Ma il talento musicale è secondario rispetto ad altre doti di Adriano: l’umiltà, la generosità, l’essere sempre disponibile con tutti (e a tutto) a qualsiasi ora. Con Adriano ci siamo fatti pazze risate nelle infinite serate passate insieme. Abbiamo riso sino alle lacrime, le stesse che oggi purtroppo versiamo per lui. Adriano, sei e resterai per sempre nostro amico. Ti abbracciamo e con te abbracciamo i tuoi genitori, tuo fratello, tua moglie e le tante persone che ti vogliono bene». 

Urso non era conosciuto solo a Roma, ma in tutta Italia e all’estero, fra i più stimati esponenti della scena musicale jazz e swing. Il fratello Emanuele Urso, clarinettista e batterista celebre come “The King of Swing”, con cui ha condiviso il palco da sempre, lo ricorda con queste parole sul suo profilo facebook: «Hai lasciato un vuoto incredibile ed incolmabile nella mia vita, ancora non posso credere che il mondo sia così ingiusto, addio fratello mio».

Quello che ci auspichiamo è che il mondo della cultura possa avere più riconoscimento e con lui i suoi lavoratori, che si sono ritrovati un grande vuoto da dover sopportare.

Questa vicenda ci deve far riflettere su come stiano andando attualmente le cose, su come, purtroppo, determinati settori siano allo stremo. L’arte e la musica sono delle ricchezze che hanno valore inestimabile e sono un insostituibile cibo per l’anima. La musica di Adriano lo è stata e ora non possiamo fare altro che ricordarlo e dare dignità a chi come lui continua ad andare avanti nonostante le difficoltà del momento. 

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