Il Borgo medievale di Rocca Calascio nel Parco nazionale del Gran Sasso

rocca calascio

Oggi vi parliamo di un paesino della provincia di L’Aquila, in Abruzzo, che sorge all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: Rocca Calascio.

La storia

Inizialmente venne edificata nell’XI secolo una torre di avvistamento che, trasmettendo segnali visivi con specchi a molte altre postazioni elevate, metteva in comunicazione l’Adriatico con il Tirreno, dando l’allarme se fossero stati avvistati pirati o altri incursori provenienti sia dal mare che dalla terra ferma. Successivamente attorno alla torre venne edificata una rocca per una piccola guarnigione di soldati. In caso di assedio vi si rifugiavano anche i villici dei dintorni grazie anche a delle grosse cisterne di acqua scavate nella pietra.

Ci troviamo nel Parco nazionale del Gran Sasso

Mentre si sale verso la mèta, sembra di essere a bordo di un aereo con un panorama spettacolare che spazia dalla Maiella al Velino con le ampie vallate e i boschi di alta quota. Arrivati a Rocca Calascio (altitudine 1460 metri s.l.m.), ci troviamo immersi in un borgo medioevale, quasi del tutto restaurato. Con un agevole sentiero si raggiunge la Rocca Medicea, passando attraverso i ruderi dell’antico borgo distrutto da alcuni terremoti.

Santa Maria della Pietà

Una chiesa bramantesca, a pianta ottagonale, con annessa sacrestia, si trova poco sotto il piccolo castello: Santa Maria della Pietà, completamente spogliata dai ladri, è stata restaurata esternamente e svetta con alle spalle il Piccolo e Grande Corno del Gran Sasso. All’interno resiste un dipinto della Vergine e una scultura di San Michele in gesso. La chiesa Illuminata con dei fari, con il sole al  tramonto e con le vette ancora innevate, color rosa, alle spalle, suscita un sentimento di meraviglia estatica.

La Rocca

Posta su un punto a picco sulla scarpata e in posizione dominante con un panorama mozzafiato, e  con i vecchi ruderi sottostanti, era una volta racchiusa da una cinta muraria ormai diroccata. Per accedervi si oltrepassa un ponte levatoio che dà accesso al cortile interno (sempre aperto e gratuito), ben restaurato con quattro  torri che cingono il mastio centrale (che si può visitare con una guida il sabato e domenica). 

Set cinematografico  per numerosi film (Amici Miei, Lady Hawke, Il Nome della Rosa) il borgo di Rocca Calascio si spopolò definitivamente dal 1957. Venne riscoperto poi da alcuni giovani del WWF che comprarono alcuni edifici abbandonati e cominciarono lentamente a restaurarli. Successivamente molti dei turisti in visita si innamorarono del posto e completarono il recupero architettonico di quasi tutti i ruderi esistenti, avviando botteghe di artigianato locale, alberghi diffusi e ristoranti.

La leggenda di don Giacinto

La leggenda dice che in uno di questi edifici si impiccò il parroco dell’epoca, tale don Giacinto, che spesso apparirebbe nella casa restaurata dai nuovi proprietari. Il palazzetto è stato trasformato in una specie di museo con arredi funebri, mobili antichi, vetrate piombate, teschi, libri di esoterismo, inginocchiatoi, un pianoforte e con una stanza dove è presente la corda che sarebbe stata usata dal prete per uccidersi. 

Come arrivare

rocca calascio

Autostrada A 24 fino ad Aquila Est, poi SS 17 per Popoli, quindi bivio per Santo Stefano di Sessanio, e di seguito per Calascio. Si parcheggia e si sale su un pulmino del comune per gli ultimi tre chilometri. Da Roma circa due ore. In loco alcuni caratteristici ristorantini, obbligatoria la prenotazione, e piccoli negozi di artigianato locale o vendita di prodotti tipici come formaggi di pecora, zafferano, lenticchie, patate, ecc.

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