I Depeche Mode fanno ballare Roma

Immagine (fonte www.depeche-mode.com)Impegnati nel tour per la promozione del loro ultimo album, “Delta Machine”, i Depeche Mode scelgono lo Stadio Olimpico per una delle due date che solcano l’Italia e, visti i sold-out registrati, torneranno nel 2014 con altre 3 date rispettivamente nelle città di Torino, Milano e Bologna.

Lo stadio fin dall’apertura dei cancelli risulta essere strapieno ed è interessante notare come il pubblico accorso a questo evento non abbia veramente età: sono presenti almeno 3 generazioni diverse con una forbice d’età che va dai venti ad i sessanta anni! Il primo gruppo che sale sul palco è il trio torinese elettronico Motel Connection, nella cui formazione spicca il cantante dei Subsonica, Samuel. Dopo gli italiani ad intrattenere il pubblico ci pensa il cantante e produttore americano Matthew Dear accompagnato dalla sua band, proponendo un misto di electropop e microhouse.

Con la notte che si appresta a scendere sull’Olimpico, arriva il momento del trio inglese, accompagnato per questo “The Delta Machine Tour” dal batterista Christian Eigner e dal tastierista Peter Gordeno. Il primo pezzo che propongono è l’opener dell’ultimo album “Welcome to my World”, la quale non è stata particolarmente sentita dall’audience ed è servita più che altro al fonico per regolare i volumi dei musicisti. Dopo questo freddo inizio il pubblico si inizia a scaldare con la traccia “Angel” per poi esplodere letteralmente con le famosissime “Walking in my Shoes” e “Precious”. Il palco con i suoi tre maxischermi è molto minimale, ma la performance musicale offerta dagli inglesi è di un livello talmente elevato da non necessitare altre forme d’intrattenimento, tranne ovviamente i balletti scatenati e provocanti del cantante Dave Gahan che, nonostante l’età (51 anni), mette in mostra un fisico che potrebbe essere invidiato dalla maggior parte dei ventenni. I brani eseguiti dal vivo mostrano delle sonorità molto più rock rispetto alle versioni studio: il pezzo “Shake the Disease” viene eseguito in chiave acustica con pianoforte e voce, cantato dal chitarrista e compositore Martin Gore; il pubblico ha anche l’opportunità di scatenarsi con pezzi come “Soothe My Soul” ed “A Pain I’m Used To”, facendo diventare lo stadio una discoteca a cielo aperto tanto da poter far impallidire i “jukebox umani” (DJ) che infestano il mondo della musica. Ovviamente non possono mancare i classici come “Barrel of a Gun”, “Enjoy the Silence”, “Policy Of Truth” e la hit del 2013 “Heaven”. Degne di nota sono “Just Can’t Get Enough” che riporta letteralmente il pubblico negli anni ’80 e “Personal Jesus” il cui intro viene eseguito come fosse un blues. Il concerto viene chiuso con le bellissime “I Feel You” e “Never Let Me Down Again”, al termine della quale il pubblico esplode in una meritatissima ovazione.

Nella totale perfezione di questo show, l’unica pecca viene dal pubblico, troppo occupato a registrare il concerto con videocamere, smartphone ed addirittura tablet (!); si è assistito a momenti in cui il pubblico degli spalti, limitato nei movimenti dai seggiolini dello stadio, ballasse più degli spettatori sul prato ed addirittura su “A Question of Time” uno stupito Dave Gahan si è persino sfilato gli in-hear monitor per sentire meglio l’inesistente cantato del pubblico. Purtroppo la mania di documentare a tutti i costi un qualunque evento dilaga sempre di più nei concerti, creando una barriera invalicabile tra gli spettatori e l’energia ed il messaggio che vogliono trasmettere gli artisti. Nonostante tutto ciò l’esibizione mostra come questo gruppo, dopo 30 anni di onorata carriera, abbia ancora tanto da dire nel mondo della musica, che non possa essere etichettato con uno specifico genere ed infine mostra come la musica Dance possa essere realizzata ed eseguita con strumenti veri.

di Angelo Nicotra

foto: Depeche Mode

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.