Greenpeace, la denuncia: in Sicilia, pesca e uccelli migratori a rischio

No-alle-trivelle-nel-Canale-di-Sicilia-400x215Riceviamo e pubblichiamo il comunicato emesso oggi da Greenpeace riguardo la lotta contro le trivelle nel Canale di Sicilia 

“Continua la lotta contro le trivelle nel Canale di Sicilia, l’ecosistema più ricco di diversità biologica del Mediterraneo. L’Eni vuole trivellare al largo della costa tra Agrigento e Licata, presentando una valutazione dei rischi incompleta e superficiale.

Ieri Greenpeace, associazioni locali e del settore pesca e l’Assessorato all’Ambiente della Regione Siciliana hanno presentato osservazioni puntuali contrarie al progetto di un pozzo esplorativo, VELA 1, presso la Commissione di Valutazione di impatto ambientale (VIA) del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare, incaricata di autorizzare le operazioni.

L’Eni propone di trivellare un fondale a oltre 700 metri di profondità, 30 chilometri circa al largo delle coste agrigentine, senza nemmeno valutare gli effetti di un possibile incidente rilevante sull’ecosistema marino e sulle attività di pesca dell’area, minimizzando numerosi altri impatti e presentando dati che cancellano la presenza di una rotta migratoria degli uccelli nell’area.

“Questi progetti sono una pura follia. È ora di decidere di tutelare le vere risorse del mare, la sua biodiversità e le risorse ittiche, vera fonte di reddito per le comunità locali, invece di svenderle ai petrolieri – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Ci congratuliamo con la Regione siciliana che anche questa volta ha mantenuto l’impegno di stare al fianco delle associazioni contro questa folle corsa alle trivelle davanti alle coste siciliane”.

Il contributo di Greenpeace alle osservazioni presentate insieme alle associazioni è sintetizzato nel rapporto I vizi di Eni

Fonte: Greenpeace Italia

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