Falsi ricordi nell’ippocampo. Cosi si “inganna” un topo

101901149-6e3042cc-f53d-4a6d-8045-49df967fbc63La notizia, pubblicata sulla rivista  Science nel luglio del 2013, ha dell’incredibile. I ricercatori e neuroscienziati del  RIKEN MIT  Center (Massachusetts Institute of Technology) a Cambridge (U.S.A) hanno impresso nella memoria dei topi, esattamente  in una zona anatomica del cervello denominata ippocampo, dei falsi ricordi. E’ stato possibile  attivare un gruppo di cellule del Giro Dentato e fargli credere  di aver subito uno shock in una stanza quando in realtà non l’avevano avuta.

Ma come hanno fatto a compiere questo “miracolo”? Innanzitutto diciamo  che questi ricercatori  hanno utilizzato una nuova tecnica definita Optogenetica.

L’Optogenetica è un scienza emergente che combina tecniche ottiche e genetiche di rilevazione, allo scopo di sondare circuiti neuronali all’interno di cervelli intatti di mammiferi e di altri animali, in tempi dell’ordine dei millisecondi, tempi necessari per comprendere le modalità di elaborazione e trasformazione delle informazioni tra neuroni.

Veniamo però ora a descrivere a grandi linee come si è svolto l’esperimento sui topi che ha portato alla nascita di questi falsi ricordi.

Nel corso dell’esperimento i topi sono stati inizialmente messi in un ambiente tranquillo e sicuro, il box A, mentre i ricercatori  individuavano quali neuroni dell’ippocampo si attivavano per formare il ricordo di quel luogo. Successivamente, sono stati spostati in un altro ambiente completamente diverso, il box B, dove è stata somministrata loro una piccola scossa elettrica, mentre – attraverso un impulso di luce – venivano riattivate le cellule nervose identificate nel primo ambiente, stimolando il richiamo della mente del box A.
Quando, dopo un certo lasso di  tempo, i topi sono stati posti nuovamente nel primo ambiente, A, dove non era accaduto nulla, hanno però manifestato un comportamento di paura, come se fosse stata quello il luogo in cui avevano ricevuto la scossa.

Il gruppo scientifico di questo interessante studio è stato diretto dal Premio Nobel giapponese  Susumu Tonegawa. Tonegawa si è Laureato presso l’Università di Kyoto, si è poi  trasferìto  negli Stati Uniti per specializzarsi nell’Università di San Diego. Ricercatore e docente presso il Center for Cancer Research del Massachusetts Institute of Technology, dove opera tuttora.

I suoi studi nel campo dell’immunologia lo hanno condotto nel 1976 alla scoperta del fenomeno del meccanismo di rimescolamento genetico, denominato “riarrangiamento genico delle cellule”, utilizzato per la produzione degli anticorpi specifici linfociti B. Per questa scoperta è stato insignito del Premio Nobel nel 1987.

Insomma un piccolo genio tutt’ora al lavoro nell’affascinante mondo delle Neuroscienze.

Dr. Gherardo Tosi

Psicologo Psicoterapeuta

00152 Roma

E. mail : tosighe@libero.it

Foto: ansa.it 

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