Una fiaba sul senso della fraternità e della condivisione
Nel silenzio della calma notturna pian piano le formichine tornavano dal loro faticoso operare, laboriose e solerti tutto il giorno avevano lavorato perché tutto intorno a loro risplendesse di luce e di gioia. Avevano riempito bisacce di tenero grano, raccolto semi di gran turco, pulito e riempito di acqua fresca le ciotole di bambù e spremuto gli acini di uva matura in brocche di cristallo. Tutto facevano con cura e con amore perché – si sa – tutto ciò che Eliot, il grande sole, donava loro andava ben custodito e preparato perché tutti, ma proprio tutti, potessero gustarne e gioire insieme. Così, giorno dopo giorno, l’una aiutava l’altra. Non era semplice alzare i grandi carichi, svuotare e rimontare gli ingranaggi, prendere le misure degli spazi, riparare le piccole crepe, rinsaldare gli ancoraggi. Ma tutto facevano con gioia perché sapevano che anche nelle giornate più nuvolose, Eliot, il grande sole, sapeva sempre come far filtrare il suo calore e raggiungerle tutte in quell’unico abbraccio che le faceva sentire forti e mai da sole. Un bel giorno, Agatòs, il capo villaggio, indisse una riunione: Eliot – gli aveva detto – voleva aprire altri varchi perché anche le formichine oltre oceano potessero abitare quell’isola felice in cui sperimentare la bellezza della comunione e la gioia di sentirsi a casa. Così tra una gassosa alla frutta e un pezzo di torta al formaggio, iniziarono a fantasticare insieme perché quel sogno non fosse solo un miraggio. Si alzò Birichina tutta contenta e disse: “Ho trovato! Costruiamo un bell’aquilone, servirà ad attirare l’attenzione”. “Bene” rispose Tosella, “la squadra è pronta ed è anche bella!”. Ancora una volta tutti a lavoro con forbici, colla e mille attenzioni. Le ali dovevano essere grandi e sufficienti a volare sempre più in alto. Sul sagrato nella piazza centrale il cantiere era ormai aperto. Passavano le stagioni, si avvicendavano le maestranze e alla fine tutto fu pronto. Agatòs diede il segnale, al suon della campana si alzò il vento e tutte esultarono in coro. Volò alto il grande aquilone e a chi lo avvistava faceva una buona impressione. Lo videro al nord e lo videro al sud, lo videro ad est poi ad ovest: il piccolo villaggio divenne sempre più grande e la mensa sempre più allegra. Ciascuno che arrivava sentiva quel tenero e misterioso abbraccio riscaldare il suo cuore. Tutto era così familiare ed accogliente, tutto parlava di pace e comunione. Le giornate trascorrevano serene e le formichine, sempre più numerose, erano felici di costruire nuovi ponti e attrezzar le pendici di altre casette. Eliot, guardando dall’alto, sorrideva: il suo sogno era stato sognato da qualcuno e ogni giorno aveva sempre più con chi condividere la sua luce e il suo calore.
Daniela Scialabba
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