Elezioni Usa 2016: Trump affonda nei sondaggi

CowJBq1WIAE5Ek4Nonostante che “The Donald” Trump abbia ricevuto milioni di dollari dagli elettori per la sua campagna elettorale, i dati lo danno in netto svantaggio,  quasi dieci punti, nei confronti di Hillary Clinton.

Il suo partito, il  GOP, che lo dovrebbe sostenere sembra allo sbando, sono sempre di più quelli che si allontanano dal candidato, di quelli che continuano a seguirlo. L’ultima sparata contro la Clinton “Il popolo del secondo emendamento potrebbe fermare Hillary Clinton“,  riferendosi a chi difende il diritto di avere in casa fucili o pistole, sembra che abbia fatto traboccare il vaso.

Ennesimo attacco alla sua immagine, arriva da una lettera aperta di 50 esperti repubblicani in materia di sicurezza nazionale, tra cui Michael Hayden, ex direttore della Cia e della Nsa, John D. Negroponte, ex direttore dell’intelligence, tutti “operativi” sotto la presidenza Bush, dove affermano che a Donald Trump “mancano carattere, valori ed esperienza per essere presidente, metterebbe a rischio il benessere e la sicurezza nazionale del paese”; lo stesso parere che aveva espresso l’ex numero uno della Cia Michael Morell, quando ha definito Trump  «un pericolo»

In risposta a queste accuse Trump parla di una rivoluzione fiscale, vecchio cavallo dei repubblicani, promettendo una riduzione dal 35% al 15% delle tasse sulle aziende. Per quanto riguarda le aliquote pagate dai singoli cittadini, invece, intende ridurle da 7 a 3. L’aliquota massima, al momento al 39,6%, scenderebbe al 33%, si passerebbe poi al 25% ed infine al 12%.

Il progetto di Trump è quello di far rientrare in USA tutte quelle aziende (es. Apple) che operando all’estero lasciano fuori una sostanziale quota di capitali. Insomma una nuova politica fiscale alla Reagan, a cui va aggiunta la strategia di uscire dai tratatti economici internazionali, giudicati “un tradimento” per l’economia manifatturiera USA.

Basterà questo a far risalire Trump nei sondaggi? Oppure come dicono in molti la riduzione delle tasse è un tentativo populista di ottenere consensi?

Un dato è certo. L’establishment politico USA ha paura e non si fida di Trump e questa paura gioca a favore di Hillary Clinton che, nonostante l’emailgate e il problema di Bengasi, sfrutta semplicemente la perdita di consensi di Trump.

Mancano solo due mesi alle elezioni presidenziali e “The Donald” Trump nonostante tutto non è ancora sconfitto.

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