Dopo 50 anni Rugantino torna a New York: talento e sentimento in una bella storia italiana

Dopo il trionfo della seconda edizione al Sistina, Enrico Brignano va oltre oceano, dal 12 al 15 giugno al New York City Center, per riportare Rugantino agli americani dopo cinquant’anni da quella prima volta a Broadway.

Quella di Brignano suona un po’ come una scommessa: riportare negli States il musical italiano più famoso e amato dall’America, sperando nel successo che nel 1964, al teatro Mark Hellinger di New York, ottenne il cast originale, con Nino Manfredi nella parte del furbo Rugantino, Ornella Vanoni (Rosetta nella versione newyorkese al posto di Lea Massari), Aldo Fabrizi (Mastro Titta) e Bice valori (Eusebia).

Da allora molte furono le edizioni dello spettacolo al Sistina: dalla coppia Enrico Montesano e Alida Chelli nel ’78 a Valerio Mastrandrea e Sabrina Ferilli nel ’98. Brignano vola nella grande mela forte dello straordinario successo avuto a Roma: 12 milioni di euro di incasso in due edizioni. “Garinei non fece a tempo a vedermi in questi panni – racconta Brignano – ma già negli ultimi anni avevamo preso accordi perché lo interpretassi. Oggi c’è l’emozione di portare in America uno spettacolo completamente italiano, il famoso made in Italy, che parla del nostro paese, di una Roma del 1830, di amore e morte“. Rugantino poi, prosegue, “fu il primo spettacolo in assoluto che vidi a teatro, nel ’78, con Nino Manfredi. Era proprio qui sul palcoscenico del Sistina. Mai avrei pensato un giorno di esserci anche io. E invece oggi dico che se ci hai lavorato una volta qui, poi non puoi più farne a meno. Neanche – aggiunge tra il serio e il faceto – se è un teatro faticosissimo, perché al Sistina non si entra, non si esce, non si trova parcheggio. Mia madre, per salire nei camerini, deve arrivare il pomeriggio. Io, da Dragona, ci ho messo vent’anni ad arrivare, tanto c’era traffico. Ma questo palco è diverso“. America come il paradiso terrestre in cui la fortuna era finalmente realizzabile.

Questa volta Brignano parte con una prestigiosa compagnia composta da 20 attori, 20 ballerini solisti e un’orchestra dal vivo, senza dimenticare quel tipo di talento che hanno dimostrato durante l’edizione romana e che ha reso onore alla storia del grande classico romano. La bravura e la dinamicità del cast moderno (con Serena Rossi nel ruolo di Rosetta, Vincenzo Failla come Mastro Titta, Paola Tiziana Cruciani come Eusebia) e altri “dettagli”, come il ricorso al copione originale e il recupero dei costumi e delle scenografie di Giulio Coltellacci, fanno di Rugantino uno show a tutti gli effetti, che diverte, appassiona e, infine, commuove. La sfida americana sembra già vinta in partenza. Intanto si annunciano i preparativi per un nuovo spettacolo a Gennaio, ancora al Sistina. Il titolo è ancora un mistero ma Brignano anticipa: “Dopo uno spettacolo su mia madre, uno su mio padre, uno sui parenti e le gite fuori porta, ora parlerò di noi italiani, delle nostre follie e fobie. Mi chiederò se è davvero evoluzione la nostra, se poi siamo schiavi di cellulari, pixel, smile e tatuaggi”.

di Simona Scardino

Nella foto, Enrico Brignano, nei panni di Rugantino, e Serena Rossi in quelli di Rosetta

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