“Closed for indignation”: continua la protesta di Dolce e Gabbana

deg«Non bisognerebbe concedere spazi simbolo della città a personaggi famosi e marchi vip che hanno rimediato condanne per fatti particolarmente odiosi in questo momento di crisi economica come l’evasione fiscale»

Queste furono le parole che pochi giorni fa vennero pubblicate dalla stampa nazionale a nome di Franco D’Alfonso, Assessore al Commercio e alla Produttività di Milano, riferendosi alla questione della presunta evasione fiscale dall’azienda Dolce & Gabbana di 200 milioni di euro.

Scontata l’indignazione dei due designer che, in seguito alla prima frecciatina twittata da Stefano Gabbana («Comune di Milano fai schifo!»), per tre giorni chiudono «tutte le attività nella città di Milano, comprese l’edicola di via della Spiga 2, il Martini Bar, il barbiere e il Gold in via Risorgimento».

D’Alfonso, d’altro canto, risponde subito affermando che la frase «non era contenuta in un’intervista, ma estrapolata da una conversazione informale». Anche Pisapia, sindaco di Milano, cerca di placare gli animi ma inutilmente: «Ho sempre ritenuto che la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva sia uno dei principi fondanti di ogni democrazia. Principio che, per quanto mi riguarda, vale per tutti e dunque anche per Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Lo stesso assessore D’Alfonso ha chiarito del resto come la sua fosse un’affermazione personale e non riconducibile all’Amministrazione e ha comunque aggiunto che anche lui crede fermamente nella presunzione di innocenza. Non trovo dunque accettabile che si possa rispondere a una frase infelice offendendo il Comune e, quindi, la città come in queste ore è accaduto da parte di chi, comprensibilmente, si è sentito offeso. Milano è la capitale della moda, un settore che sosteniamo con piena convinzione e massimo impegno e vuole essere sempre più anche la capitale dei diritti. Spero, quindi, che questo spiacevole episodio possa chiudersi al più presto e senza alcuno strascico».

Intanto migliaia sono i twit a favore degli stilisti, tra cui quello di Briatore («Hai tutta la mia solidarietà…comune di Milano, grande figura di m….»). E ancora il social network rimane campo di battaglia e Gabbana si dice pronto a restituire la più alta riconoscenza che il comune di Milano possa concedere: l’Ambrogino d’Oro, conferito a Domenico Dolce e Stefano Gabbana nel 2009. «Lo rendiamo molto volentieri!!! Rotto a metà perché pur essendo due ne abbiamo ricevuto uno».

di Mauro Stano 

foto: ilgiorno.it

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.