La ricerca condotta dall’Ohio State University potrebbe risultare particolarmente interessante in Italia nel pieno di una agguerrita campagna elettorale.
Secondo i ricercatori statunitensi infatti i lettori del web che si imbattono in una notizia di loro gradimento sono propensi a credere che sia vera anche se subito dopo arriva la smentita. A poco servirebbe persino il ‘Fact checking’ ovvero la ricerca di verifiche o smentite via web, ciò che tali lettori ricordano resta in ogni caso la prima notizia letta.
Per giungere a tale conclusione i ricercatori hanno fatto leggere ad un gruppo di 574 adulti un finto blog nel quale si dichiarava che le autorità Usa possono avere libero accesso alle cartelle cliniche elettroniche. Le persone sottoposte al test sono state divise in tre gruppi: il primo ha ricevuto una immediata smentita, il secondo dopo tre minuti ed il terzo non ha ricevuto smentite.
Kelly Garret ha spiegato: “Solo chi ha dichiarato prima del test di essere favorevole alle cartelle elettroniche ha ‘recepito’ la correzione mentre i contrari sono rimasti della loro idea. Correggere false convinzioni richiede una vera e propria persuasione, non è sufficiente dare una informazione accurata. Questo spiega perché ad esempio un americano su sei ancora crede che il presidente Obama non sia nato negli Usa nonostante un fact checking più che esaustivo”.
di Redazione
foto: blog.vanityfair.it
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