Berlusconi condannato per frode fiscale

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Le accuse rivolte ai magistrati sono pesanti e arrivano in maniera corale da componenti di “rilievo” quali Capezzone, Schifani, Brunetta e l’avvocato-parlamentare Ghedini, che ha commentato “ La sentenza è totalmente di fuori da ogni logica, la forza della prevenzione dei giudici di Milano è nota”. Poi aggiunge, lasciando intendere di sperare nella sentenza definitiva “ In qualsiasi altro tribunale non avremmo mai avuto una sentenza di questo tipo se l’imputato non si fosse chiamato Silvio Berlusconi”.

I giudici della seconda Corte d’Appello di Milano hanno confermato quindi anche l’assoluzione del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e la condanna a tre anni per il produttore statunitense Frank Agrama. Confermata anche la provvisionale di 10 milioni di euro a favore dell’Agenzia delle Entrate che dovrà versare Silvio Berlusconi in solido con altre tre persone condannate, oltre ad Agrama gli allora manager di Mediaset Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi).

Secondo i magistrati di primo grado “Il sistema” dei diritti tv aveva un “duplice fine”: una “imponente evasione fiscale” e la “fuoriuscita” di denaro “a favore di Silvio Berlusconi” che ”rimane al vertice della gestione dei diritti” e del meccanismo fraudolento anche “dopo la discesa in campo”, perché “non c’era un altro soggetto” a gestire il sistema di frode. I giudici avevano richiamato anche un verdetto della Cassazione sul caso Mills, che prosciolse l’avvocato inglese per prescrizione dall’accusa di corruzione in atti giudiziari, ma attribuì al Cavaliere la paternità dei versamenti sui suoi conti: “Il giro dei diritti si inserisce in un ricorso più generale a società off-shore create da Berlusconi affidandosi a fidatissimi collaboratori”.

>Berlusconi è stato condannato in appello per frode fiscale nella compravendita dei diritti tv, in accoglimento della richiesta del procuratore generale di Milano, Laura Bertolè Viale. Per ironia della sorte. Ieri è stato eletto il Pdl Francesco Nitto Palma alla Commissione giustizia del Senato (si occuperà anche dei diritti tv).

La corte era presieduta, anche dal giudice Alessandra Galli, figlia di Guido, il magistrato ucciso da Prima linea a Milano nel 1980.

La sentenza è arrivata dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Milano che ha confermato la pena a quattro anni di reclusione, (di cui tre coperti da indulto), già chiesta dai giudici in primo grado, che avevano definito il Cavaliere “ dominus indiscusso” di una “notevolissima evasione fiscale”, oltre a sottolineare la sua naturale inclinazione a delinquere.

Berlusconi è stato contestato di aver evaso il fisco, negli anni 2002 e 2003, per circa 7 milioni di euro, attraverso ammortamenti gonfiati dei diritti televisivi acquistati.

Si tratta solo di una minima parte dell’ammontare totale. Secondo il calcolo dei Pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, la somma gonfiata ai fini dell’evasione fiscale, sarebbe di circa 368 milioni di dollari ma grazie ai tempi della prescrizione, visto che i fatti risalgono alla seconda metà degli anni Novanta, si è notevolmente ridotta. Ricordiamo tra le altre cose che Berlusconi era stato accusato anche di appropriazione indebita e falso in bilancio, ma nel 2007 è arrivata ancora una volta la grazia della prescrizione.

Si tratta di una decisione che arriva dopo un periodo lungo intervallato da un’interruzione di due anni, tre mesi e cinque giorni, per effetto dei due lodo Alfano (bocciati successivamente dalla Corte Costituzionale) e dagli impedimenti politici di Berlusconi, oltre ai vari rinvii ottenuti da Berlusconi nel processo d’appello.

Come se non bastasse, i giudici hanno anche confermato la condanna a cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici direttivi e quella dalle cariche societarie per tre anni. Se la Cassazione dovesse confermare in via definitiva le pene a carico dell’imputato, per Berlusconi decadrebbe ogni carica parlamentare.

Le reazioni all’interno del Pdl sono state furiose e il gruppo minaccia di far saltare il governo delle larghe intese. C’è da dire che stravolta l’imbarazzo maggiore è proprio del Pd, che ha consegnato parte delle alte cariche al Pdl. Massimo D’Alema ha risposto con estremo imbarazzo “ non commento le sentenze”. A manifestare palese entusiasmo, i parlamentari del Movimento 5 stelle che hanno applaudito sonoramente la sentenza per il portavoce Vito Crimi, “L’interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi è forse la notizia più importante”.

Fra i commenti, si è però distinto per acutezza e puntiglio ferino quello di Stefano Rodotà che ha sottolineato “ C’è chi vuole impedire la pacificazione, che ci volete fare”.

Simona Mazza

foto: polisblog.it

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