Balconing; il fascino per le discipline estreme

Balconing o parkour. Queste le nuove sfide giovanili alla morte. Lanciarsi da un balcone; o superare ogni tipo di ostacolo all’interno di un percorso urbano con la sensazione di essere invincibili. Perché chi si cimenta in queste prove al limite del suicidio nella maggior parte dei casi è convinto di poter fregare la morte con la destrezza di cui si sente capace. Le chiamano persino discipline sportive in qualche caso; ma lo sport è tutt’altra cosa. Lo sport è vita; è svago; è disciplina che ti proietta sempre verso un risultato migliore, che crea e consolida amicizie; che fa crescere e trovare equilibrio nella vita di tutti i giorni. L’unico mezzo sano e realmente democratico, in grado di riunire idealmente il mondo intero dietro ad un pallone di calcio, senza confini sociali. Invece oggi la morte si esorcizza lanciandosi dal balcone di un albergo per tuffarsi i piscina; o per raggiungere le terrazze attigue, proprio come è accaduto a Davide Di Rienzo, 26 anni che si è schiantato cadendo dal settimo piano dell’albergo in cui alloggiava ad Ibiza lo scorso 12 settembre. Lui, protagonista insieme ad altri 30  che sono incorsi in incidenti di questo tipo, nei quali alcuni hanno trovato la morte; altri la vita per sempre segnata da gravi disagi fisici. Gesti insensati, forse frutto di un’alterazione della coscienza causata dall’uso di droghe; o alcol; forse come si diceva conseguenza di azioni che la mente ha solo  ingannevolmente creduto di poter calcolare. E dietro questi comportamenti inauditi la forte componente sociale e l’età a fornire gli input maggiori. Perché se guidi contromano in autostrada, se cammini su una fettuccia elastica sospeso nel vuoto, come nello slacklining; o se ti lanci a tutta velocità contro un muro per frenare all’ultimo secondo, devi avere fior fiore di testimoni. Ecco la gratifica, la dimostrazione al mondo, con la prova che in molti casi va a finire su YouTube. Certo ogni generazione è passata attraverso alcuni riti, le guerre ne sono un esempio; ma dietro c’era un forte ideale e un mondo ancora estraneo ai passi decisivi verso l’evoluzione. Qui invece sembra esserci il vuoto più assoluto, quello di dimostrazioni che nel vuoto finiscono per sempre. Così si perde la vita; uscendo di scena come vinti.  La sfida autentica invece è quella di avere  il coraggio di vivere fin dove è concesso, eludendo con tenacia gli ostacoli veri. Quelli gravosi che il destino ti fa trovare lungo il percorso; quelli che magari tendono addirittura a ripetersi; quelli per i quali occorre ingegnosità e volontà; quelli che non si possono prevedere e che non sottendono ad alcun tipo di calcolo. Meglio allora concedersi le emozioni adrenaliniche  provate in un parco giochi; o davanti ad un thriller da incubo; piuttosto che racchiudere la vita su un video etichettato in “memoria di”…

Simona Santanocita

Foto:www.direttamentenews.it

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