Avengers – Age of Ultron, un secondo capitolo che lascia qualche dubbio

avengers-2-age-of-ultron-it-s-going-to-be-bigger-better-and-with-a-lot-more-hawkeye-27a0fae2-4330-484c-9560-6fdb3afc2408Da poco uscito nelle sale, il secondo capitolo della saga cinematografica più famosa degli ultimi anni mantiene in parte le (alte) aspettative, lasciando tuttavia il dubbio di non aver fatto un salto in avanti rispetto al predecessore. 

Accompagnato da una campagna mediatica martellante, come ormai da tradizione di qualsiasi nuovo cinecomic Marvel, “Avengers- Age of Ultron”, il secondo capitolo della saga dedicata ai Vendicatori, è approdato nelle sale italiane il 22 aprile, riscuotendo subito il clamoroso e scontato successo di botteghino che era stato preventivato. Solo nel primo weekend di programmazione italiano, il film ha incassato la bellezza di 7.132.000 €, mentre negli Stati Uniti, dove è uscito nel weekend appena passato, è stata raggiunta la fantasmagorica cifra di 187 milioni di dollari, seppur in leggero calo rispetto all’esordio del primo episodio nel 2012 ( il quale aveva incassato 207 milioni $ solo nel primo weekend di programmazione).

Un risultato in ogni caso che sarà sicuramente risultato gradito ai vertici della “casa delle idee”, che dal restyling di “Iron Man” (2008) non ha più sbagliato un colpo, puntando su un mix di sceneggiature di qualità, registi talentuosi e attori tra i migliori sul mercato. Mettere insieme Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Scarlett Johansson, Samuel L. Jackson ( solo per citare i più noti) non può che essere una garanzia di sicuro successo, se poi aggiungiamo la guida sagace del regista Joss Whedon, il gioco è fatto.

“Age of Ultron” prosegue sulla via indicata dal primo episodio dei Vendicatori, reclamandone tuttavia una certa indipendenza stilistica e narrativa. Dopo gli avvenimenti di New York, i super eroi più potenti della terra si trovano ad affrontare una nuova minaccia, il villan Ultron.

Progettato dallo stesso Tony Stark (Iron Man) come strumento per la salvaguardia della pace sulla terra, Ultron è un’intelligenza artificiale, e come tale è capace di sentimenti (ma soprattutto risentimenti, come scopriranno a proprie spese i Vendicatori). Ribellatosi al proprio creatore, Ultron perseguirà la propria mission iniziale, ovvero quella di proteggere il pianeta dai pericoli che lo minacciano, identificando tuttavia come nemico mortale della terra la stessa razza umana, la quale quindi dovrà essere cancellata.

La più classica delle “story-line” Marvel quindi, con la solita dose di umorismo che caratterizza i film di questo nuovo corso, i soliti effetti speciali da urlo, e la solita regia che riesce (quasi sempre) a miscelare il tutto. Non c’è da stupirsi che “Age of Ultron” abbia riscosso subito un grandissimo successo, anche se a nostro parere il film risulta leggermente inferiore al primo, clamoroso episodio della saga.

Innanzitutto, “Age of Ultron” risulta molto più fumettistico rispetto all’episodio 1, con scene girate che sembrano essere prese pari pari dalle tavole di un fumetto. Se questo può risultare gradevole a molti fans, tuttavia fa perdere qualcosa in termini di coerenza cinematografica. Non a caso quasi tutti i film Marvel si differenziano decisamente dalle versioni cartacee. In questo caso Whedon sembra voler rimanere il più fedele possibile all’idea che lo spettatore-fruitore di fumetti si possa essere fatto di quello che lo attende, perdendo così la freschezza che aveva contraddistinto il primo “Avengers”.

Un altro tasto dolente è il villan stesso: Ultron è infatti un personaggio complesso, che tuttavia sembra venire sviluppato in maniera frettolosa, quasi che non debba rubare la scena ai superdivi in carne e ossa. Il problema dei “Villans” è ricorrente nell’universo cinematografico Marvel (e in generale nei film sui super-eroi), dove è difficile trovare un “cattivo” che riesca a mettere in seria difficoltà il superdotato di turno, o che rifulga di luce propria.

Lo stesso ricorso alla battutina facile e all’intermezzo ironico risulta quasi esasperato: se nel primo episodio il momento divertente era funzionale al mantenimento della tensione narrativa, in “Age of Ultron” il ricorso alla freddura estemporanea è a tratti fuori luogo e stonato. Si parla comunque di epica e super-eroi, non di comedy alla “The big bang Theory”.

Nel complesso quindi un buon film, tenendo conto che il secondo capitolo di una saga è sempre il più difficile da sviluppare, dove i pregi sono maggiori dei difetti, anche se in questo caso la proporzione risulta assottigliarsi in maniera pericolosa. Non resta che attendere il terzo capitolo della saga, previsto per il 2018.

di Matteo Rezza

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