Rocco Sabelli, amministratore delegato di Alitalia si appellerà agli azionisti della compagnia di bandiera per giungere ad una fusione con Air France al fine di “confluire in un aggregato più grande”. Attualmente, l’azionarato che vigila su Air France è per il 14% in mano al governo francese e per il 12% in mano al personale, e secondo Sabelli “non è detto che i nostri soci non possano inserirsi con un’adesione sull’aggregato; se non maggiore di quella del primo azionista, quantomeno del secondo, al fine di mantenere a un livello rimarchevole l’influenza della proprietà italiana”. Tali considerazioni hanno però immediatamente destato reazioni negative da parte dei politici: Colaninno, Berlusconi, Epifani, e lo stesso sindaco di Roma, Alemanno, si sono infatti uniti nel respingere la fusione della compagnia di bandiera con quella francese. A intervenire sull’argomento il leader della Cgil Guglielmo Epifani: “Chiarisca Alitalia, e chiarisca il governo”. E all’ad Sabelli riferisce: “Chiarisca Sabelli quanto detto, altrimenti sorge il dubbio che tutta questa operazione sia stata fatta per prendere tempo. Se si doveva fare la fusione allora andava fatta due anni fa”. E ancora l’opinione di Epifani: “la prospettiva di fusione è una cosa che crea inquietudine. C’è stata spiegata l’italianità, il made in Italy, l’interesse nazionale. Se si deve arrivare alla fusione con Airfrance tanto valeva farlo prima”. E se il Premier nel libro di Vespa ribadisce: “Alitalia deve restare italiana”; Alemanno aggiunge: “Tutti gli sforzi fatti fino ad ora dal Governo italiano erano e sono finalizzati a preservare la compagnia di bandiera. Questi sforzi non possono essere vanificati, soprattutto perché hanno notevolmente gravato sulle tasche dei contribuenti. Inoltre un mutamento tanto forte nell’assetto azionario di Alitalia potrebbe avere esiti imponderabili. Alitalia deve rimanere italiana con Fiumicino come hub internazionale”.
di Redazione
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