Alfano contro l’Ispettore Callaghan?

Callagan2Stop alle armi sui set: la notizia sta facendo il giro del web e sembra porre molti limiti ai film d’azione.  

Un allarme generale che ha scatenato le ironie sul web. Non vedremo più sparatorie, al cinema? Che fine faranno le fiction come Gomorra, Squadra antimafia, dove l’utilizzo delle armi da parte dei buoni ma più spesso dei cattivi,  rendono tutto più interessante ed appassionante?

Leggendo le varie versioni si riscontra una delle grandi consuetudini della informazione italiana: non si capisce di cosa si stia parlando.

Si forniscono  notizie a “rimbalzo”, ovvero uno la lancia e gli altri la riprendono, senza spiegare bene di cosa si parli ne fornire dettagli specifici. Lasciando a chiunque la libera fantasia di raccontare e commentare.

Intanto bisogna chiarire una cosa.

Nei film come nelle fiction televisive, per una questione realtà scenica, si sono sempre usate armi vere, modificate dalle stesse fabbriche di armi che certificano che, ovviamente, gli spari sarebbero stati a salve.

In Italia si contano 6mila armi per il cinema, gestite da quattro storiche ditte che da oltre 50 anni forniscono il materiale scenico.

Si tratta di armi antiche e moderne, modificate e quindi rese inoffensive.

Va fatta una premessa. Tutte le armi che verranno vendute sul territorio nazionale, in ottemperanza a disposizioni legislative per il collaudo e prova forzata, prima di essere immesse sul mercato, vanno presentate e certificate al Banco Nazionale di Prova di Gardone di Val Trompia, che ne certifica l’idoneità, la funzionalità.

Il Banco di Prova italiano non agisce con criteri isolati, ma seguendo le  regole stabilite dalla Commissione Internazionale Permanente per la prova delle armi da fuoco portatili (C.I.P.) con sede a Liegi che, in forza della Convenzione di Bruxelles del 1969 (primo accordo nel 1914) ha definito, e continua a definire per i paesi aderenti, le regole e i criteri fondamentali cui i singoli Banchi devono attenersi in modo che il “linguaggio” tecnico sia comune a tutti.

A prova di ciò le armi provate presso uno dei banchi nazionali di prova (Italia, Germania, Austria, Belgio, Spagna, Cile, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Ungheria, Federazione Russa, Federazione Slovacca, Repubblica Ceca) sono riconosciute anche da tutti gli altri.

Il ministro Angelino Alfano non ha vietato nulla. Non ha bandito le armi, non ha imposto il divieto di mettere in scena sparatorie o di impugnare fucili e pistole.

Un circolare emanata del Ministero  dell’Interno, poneva come termine il 4 novembre 2014 l’obbligo di sottoporre le armi ad uso scenico a verifica da parte del Banco Nazionale di Prova ,

per verificare che fossero conformi agli “accorgimenti tecnici ritenuti idonei” ulteriormente previsti da una circolare del Ministero.

Il problema è un altro, la circolare ministeriale a detta di alcuni è complessa farraginosa ma soprattutto inesatta. Il problema è che questi “accorgimenti tecnici” sono stati giudicati, dagli stessi esperti di armi, oltre costosi anche di “difficile realizzazione”.

Il problema sta proprio qui. Questa difficile realizzazione ha impedito di mettersi in regola con le Circolari del Ministero. Il rischio quindi era quello di vedersi bloccare le riprese, ma soprattutto di incorrere per i possessori in processi penali.

Ovviamente si è dovuti ricorrere ad un Decreto noto come «Correttivo armi», che sposta la data al 2015 in attesa evidentemente di chiarire i punti controversi.

Insomma il solito pasticcio all’italiana, che come dice Edoardo Mori, curatore di earmi.it, enciclopedia delle armi online: “Queste circolari vanno fatte fare da chi se ne intende di armi e della loro meccanica e non da chi ha studiato diritto”.

Quindi tutti tranquilli l’Ispettore Callaghan potrà sfoggiare la sua 44 magnum, i Savastano potranno vendicarsi dei loro nemici su Gomorra, e anche il buon Moltalbano tra un tuffo e un altro, potrà almeno sul set usare la pistola.

di Gianfranco Marullo  

Nella foto, Clint Eastwood nei panni dell‘ispettore Harold Francis Callaghan

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