A spasso sull’antica via Aurelia, tra storia e leggende

Aurelia

Oggi vi proponiamo una passeggiata “fuori le mura” di Roma, ovvero appena fuori la capitale. Infatti prendendo la via Aurelia al chilometro 20 si arriva al bivio per Castel di Guido, si prende questa strada che si chiama, appunto, via Castel di Guido ma che una volta era la vecchia via Aurelia, che corre parallela alla consolare, ma molto più bella in mezzo a prati verdi, colline e fattorie; può essere percorsa, nei due sensi, nel caso in cui la via Aurelia fosse intasata per il traffico. Da Via Castel di Guido ci si reimmette poi sulla SS.1 nei pressi del bivio per Fregene.

Casale della Bottaccia

Dopo un paio di chilometri su questa strada, impossibile non notare, sulla sinistra, un imponente casale ormai in rovina, coperto di verzura, con due corpi di fabbrica. Il nucleo centrale era, probabilmente, la torre di cui oggi rimangono ancora l’ingresso e il primo piano; sulla destra della facciata si intravede la chiesa. Sul retro della torre rimangono i resti di un fabbricato secondario. Il casale più imponente è realizzato in laterizi, mentre gli altri sono costituiti di pietra calcarea.

Ospedale ed osteria

Il casale della Bottaccia fu edificato nel ‘700 come stazione di posta al XII miglio, dove si effettuava il primo cambio dei cavalli per chi fosse in viaggio verso Civitavecchia. La piccola chiesa annessa fungeva, sia per la zona di Castel di Guido che per tutto l’Agro Romano, da ospedale. E due volte alla settimana i malati più gravi, che venivano ospitati anche in alcuni saloni del casale, venivano trasferiti all’Ospedale S. Spirito di Roma a bordo di speciali carri. Nel XVIII secolo una parte del casale venne adibita ad osteria.

Oasi della Lipu

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Proseguendo sulla medesima strada, dopo un paio chilometri, sulla sinistra sorge il piccolo borgo medievale di Castel di Guido, luogo frequentato sin dai tempi dei romani, come dimostrano le recenti scoperte archeologiche. Ma a Castel di Guido ha sede anche una delle oasi Lipu più importanti del Lazio, recentemente ripopolata anche dal lupo appenninico. All’interno di essa un percorso ad anello di circa 13 chilometri ci permetterà di osservare con attenzione un luogo dove la natura regna incontaminata.

All’interno di una azienda agricola comunale si può visitare un’imponente villa romana, soprannominata ”Villa delle Colonnacce” ( II sec a.C.): ha strutture di epoca repubblicana ed imperiale, comprendenti l’aia o cortile coperto, un pozzo circolare, una cisterna per la conservazione dell’acqua meteorica con soffitto a volta, ambienti per la lavorazione del vino e dell’olio, un torchio collegato alle vasche di raccolta, una cucina con contenitori in terracotta di grandi dimensioni, sale da pranzo ampie e dotate di ricchi pavimenti e di belle decorazioni, affrescate sulle pareti, con corridoi per il transito della servitù, un peristilio o giardino porticato.

Chiesa dello Spirito Santo

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Un antico mausoleo con sepolcro romano del IV-III secolo a.c. si trova nei sotterranei della Chiesa dello Spirito Santo, sulla piazza di Castel di Guido. Queste vestigia non sono visitabili e sono poco conosciute. Non si sa chi abbia la chiave della porta che si ritrova sul lato sinistro della Chiesa. Il sepolcro, comunque, sorgeva sulla vecchia via Aurelia (lastricata di basoli di selce, alcuni dei quali ritrovati intatti) percorrendo la quale si arrivava ad una necropoli di circa 300 tombe, costruite con mattoni e tegole oblique messe a contrasto, databili all’epoca degli imperatori Antonino Pio e di Marco Aurelio.

Una speranza

Sarebbe opportuno far conoscere questi tesori, ora inaccessibili. Da molto tempo si parla di un Museo della via Aurelia che dovrebbe accogliere anche i numerosi reperti archeologici che stanno affiorando a Massimina e che ora sono depositati in un magazzino. Si è parlato anche di trasformare il Casale della Bottaccia in un museo.


La Chiesa del Santo Spirito dall’esterno appare come una costruzione rinascimentale anche se costruita sulle fondamenta di un tempio pagano; un affresco del 1500 decora la parte sopra il portale. A sinistra, la canonica è del 1791; sulla destra si trova l’oratorio, con un antico muro cimiteriale. Nel 1937 Mussolini vi fece costruire una scalinata per salire un piccolo degrado di terra dinanzi l’ingresso.
L’antico tempio di Lorium a pianta circolare venne trasformato dai templari nel 1200 in pianta ottagonale collocando al centro del pavimento una croce in marmo, tutt’oggi visibile; nel 1300 venne poi aggiunto lo stemma del Capitolo di San Pietro.

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Dopo un periodo di abbandono (dovuto alla sconfitta dei Templari), la chiesa venne restaurata e trasformata, tra il 1500 e il 1650, in quella oggi visibile, dotata di un portico/ facciata all’ingresso, colonne svasate, tetto rialzato ed adornata da un quadro del Sermoneta sull’altare.

La leggenda ci racconta che la zona fosse infestata dalle streghe che sorvegliavano templi pagani, ville romane, cimiteri per contrastare i pellegrini che accorrevano a Roma per il giubileo del 1600. Sempre leggenda vuole che accanto al casale della Bottaccia (chiamato così per un vecchio fontanile) le streghe rapissero i bambini che andavano lì ad attingere acqua potabile. Per questo la zona veniva chiamata anche casale delle Streghe.

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