Il Giorno della Memoria, tra belle parole e antisemitismo

Esattamente dieci anni fa è stato istituito il Giorno della Memoria con la legge n. 211 del 20 luglio. Il 27 gennaio del 1945 la truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono e liberarono Auschwitz, da allora tutto il mondo ha saputo di cosa erano stati capaci i nazisti. Questa ricorrenza lo ricorda ogni anno per sensibilizzare i giovani ad un evento che sembra così lontano. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto proprio ai più giovani il discorso fatto questa mattina al Quirinale, al cospetto di tutte le più alte cariche dello stato: il Presidente della Camera Gianfranco Fini, Il Ministro degli Interni Roberto Maroni, il Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, il vicepresidente del Consiglio Gianni Letta, il sindaco di Roma Alemanno e il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna. Napolitano ha messo in guardia i giovani, dicendo loro che “il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e odio del diverso e dello straniero”. Il presidente ha continuato dicendo “È nelle nuove generazioni che riponiamo la nostra fiducia in un futuro libero dagli spettri e dalle insidie del razzismo, dell’antisemitismo dell’intolleranza”. Ma mentre Giorgio Napolitano pronunciava queste parole, per le strade di Roma si è scoperta una scritta assolutamente antisemita e razzista, presso la fermata della metropolitana di Fori Imperiali: “27? Nessuna memoria”. Purtroppo non è l’unica, già mercoledì ne sono state rinvenute altre molto simili e tutte firmate “Militia”, un gruppo di estrema destra che si è lasciato andare anche a frasi offensive nei confronti del Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici.

di Redazione

Foto: convitto.cagliari.it

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