Con 244 favorevoli, 14 contrari (Lega) e 50 astenuti (M5s), il testo, in parte modificato da Montecitorio nella versione approvata in Senato, torna a Palazzo Madama. Adesso si attende l’ok definitivo.
L’Italia si è vista costretta a prendere una posizione a riguardo, dopo essere stata sanzionata dalla Corte dei diritti umani di Strasburgo, per le torture inflitte alla scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001.
Gli articoli del disegno sono sette, due dei quali due introducono nel codice penale il reato di tortura, come reato comune, e il reato di istigazione alla tortura.
L’articolo 1 prevede che quello di tortura sia un reato comune, punibile con la reclusione da 4 a 10 anni e ascrivibile a chiunque “con violenza o minaccia” infligge “sofferenze fisiche o psichiche” per “ottenere informazioni o dichiarazioni, per infliggere una punizione, per vincere una resistenza” o “in ragione dell’appartenenza etnica, dell’orientamento sessuale o delle opinioni politiche o religiose”.
Dura la reazione del M5s, secondo cui il reato non deve scattare solo nel caso in cui la vittima sia affidata alla vigilanza del presunto colpevole. “Così è una legge inutile”, hanno inveito dagli spalti i Grillini. Per loro il reato di tortura deve considerato tale a prescindere dalla custodia.
Scatta poi l’aggravante, se il reato viene commesso da un pubblico ufficiale che esercita abuso di potere o violando i doveri inerenti alla sua funzione. L’emendamento all’articolo 1, presentato da Alternativa Libera (ex M5s) e riformulato dal relatore, e’ stato approvato in Aula. Esso prevede una pena massima di 15 (e non più 12) di carcere, la minima di 5. La pena scatterà a seconda che l’istigazione sia accolta o no.
Su questo punto vi è una postilla: la sofferenza deve essere “ulteriore” rispetto all’esecuzione delle legittime misure privative o limitative dei diritti. In caso di gravi lesioni, la pena sale per tutti di 1/3 ; di 2/3 per morte non voluta della vittima e in ergastolo in caso di decesso causato volontariamente.
Come anticipato, la legge introduce inoltre il reato di istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura, con una pena che va da 1 a 6 anni di reclusione. La prescrizione e’ stata invece allungata a 20 anni.
Il ddl stabilisce anche che le dichiarazioni estorte attraverso tortura non possano essere usate in un processo penale, ad eccezione del caso in cui siano usate contro l’autore del fatto per provarne la responsabilità. Per Matteo Salvini, contrario al disegno di legge, esso rappresenta “l’ennesimo regalo ai ladri e l’ennesimo attacco alle guardie”.
Il leghista Nicola Molteni ha poi declamato “Tra i black bloc e le forze dell’ordine non abbiamo dubbi: stiamo tutta la vita con le forze dell’ordine. Mai ci piegheremo a norme nate per delegittimare le divise. Il Paese, mai come in questo periodo, ha bisogno di sicurezza”.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha invece commentato “Con l’introduzione del reato di tortura nel codice penale, il Parlamento si avvia finalmente a colmare un vuoto che anche i giudici europei, oltre che tanti cittadini italiani, ritengono intollerabile”.
di Simona Mazza
Fotografia © Copyright ANSA
Scrivi