
Qual è la malattia professionale più diffusa al mondo? Il mal di schiena!
Le malattie muscoloscheletriche sono al quarto posto nel mondo per l’impatto sulla salute della popolazione e sono una delle principali cause di disabilità fisica negli adulti.
In Europa 1 lavoratore su 6 ha disturbi muscoloscheletrici causati dal lavoro, ma non lavori particolarmente pericolosi, ma semplici attività quotidiane come sollevare pesi, stare a lungo in una posizione fissa (in piedi o seduti) e attività di traino o di spinta. Si tratta di dolore lombare, dolori cervicali, problemi alle articolazioni, rigidità, dolori muscolari sparsi, che si accentuano con l’avanzare dell’età, e purtroppo L’OMS ci dice che l’Italia è il Paese con il tasso di invecchiamento della popolazione più veloce al mondo!
Nel 2023 sono stati denunciati all’INAIL circa 70.000 casi di malattie professionali, di cui oltre il 70% a carico del sistema muscolo-scheletrico. Questo significa circa 50.000 lavoratori con mal di schiena, problemi alle articolazioni o dolori muscolari. E’ una perdita di salute per i lavoratori, una perdita di produttività per le aziende, costi per l’INAIL che deve indennizzare i lavoratori e per il Servizio Sanitario Nazionale che li deve curare. E la situazione nel 2024 non è migliorata!
Anche se il mondo del lavoro è in continuo cambiamento, nei luoghi di lavoro del futuro ci sarà ancora bisogno di spostare pacchi, piegarsi, fare movimenti ripetitivi. Come progettare un futuro in cui lavorare non significhi più soffrire?
Il ruolo dell’INAIL
INAIL significa Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. Ma INAIL non è solo un’assicurazione, perché svolge attività di ricerca per prevenire non solo gli infortuni ma anche le malattie professionali e migliorare il benessere dei lavoratori. Proprio la ricerca è lo strumento per affrontare il futuro e la parola futuro sicuramente fa venire in mente i robot. La sfida che ha deciso di affrontare è utilizzare la robotica collaborativa per prevenire le malattie muscolo-scheletriche. Non stiamo parlando di un futuro lontano, stiamo parlando di tecnologie che sono già realtà e che possono essere applicate in una vasta gamma di settori, dall’industria manifatturiera alla logistica, dalla sanità all’agricoltura.
Ergocub
Le nuove tecnologie indossabili, l’intelligenza artificiale e i robot umanoidi possono minimizzare i rischi dei luoghi di lavoro del futuro. Le tecnologie indossabili possono monitorare le condizioni fisiche dei lavoratori e fornire avvisi in tempo reale, grazie all’intelligenza artificiale i robot umanoidi che comunicano con le tecnologie indossabili possono intervenire per assistere i lavoratori in attività ad alto rischio, come il sollevamento di carichi pesanti.
Il progetto ErgoCub, promosso da IIT (Istituto Italiano di tecnologia) e INAIL, ha previsto la realizzazione di un robot umanoide collaborativo (Cobot) e di tecnologie indossabili chiamate I-Feel.
Il robot umanoide è stato progettato per ridurre al minimo lo sforzo congiunto uomo-robot durante le attività di sollevamento. Questo approccio progettuale ha prodotto un robot umanoide alto 1,5 m e pesante 55,7 kg, in grado di trasportare carichi fino a circa 10 kg. Ergocub è in grado di riprodurre esattamente la gestualità di un operatore che indossa scarpe, guanti e tuta I-Feel, per svolgere attività in situazioni pericolose gestito da remoto. Ma soprattutto, se un lavoratore indossa le tecnologie I-Feel queste sono in grado di misurare in anticipo lo sforzo che sta per compiere e se questo è di un’intensità tale da mettere a rischio la sua schiena, o se la sua postura è errata, lo avvisano con una vibrazione, e nello stesso tempo possono chiedere ad Ergocub di intervenire in aiuto.
L’uso combinato di queste tecnologie ha un potenziale senza precedenti nella prevenzione delle malattie muscolo-scheletriche nei lavoratori del prossimo futuro.
I Robot ci sostituiranno?
Molti lavoratori hanno paura di essere sostituiti da macchine capaci di svolgere compiti che prima richiedevano l’intervento umano, sia in lavori manuali che intellettuali. Oppure, immaginate di entrare nel vostro ufficio e di essere accolti non da un collega in carne e ossa, ma da un robot collaborativo – un cobot. Siete pronti a lavorare con lui?
In previsione del futuro inserimento di Ergocub in contesti di lavoro reali, è stata svolta un’indagine per approfondire l’accettabilità della robotica collaborativa e delle tecnologie indossabili da parte dei lavoratori. L’indagine è stata condotta su i 850 lavoratori di età media 45 anni, attraverso interviste e mostrando loro immagini e video di Ergocub, illustrandone la possibile attività sia in ambienti di lavoro industriali che nell’assistenza sanitaria. Le reazioni emotive degli intervistati durante la visualizzazione delle immagini sono state registrate e analizzate attraverso una tecnica detta Facial Coding.
Il facial coding è metodo basato sull’idea che le espressioni facciali sono universali e riflettono stati emotivi specifici. Per questo i movimenti facciali vengono classificati e sono associati ad emozioni specifiche.
Mentre gli intervistati osservano filmati e immagini del cobot in azione, sia in ambienti di lavoro industriali che nell’assistenza sanitaria, ogni piccolo sussulto dei muscoli facciali, ogni minima alzata di sopracciglio, il sorriso o il corrugamento della fronte, vengono classificati e sono associati a emozioni come felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, paura e disgusto. Questo ha permesso di andare oltre le risposte diplomatiche, oltre il non detto.
La ricerca ha evidenziato un atteggiamento positivo dei lavoratori nei confronti della collaborazione con il robot, ma negativo quando si ipotizzava la possibilità di una sostituzione.
Questo servirà ad orientare il design dei robot e delle tecnologie indossabili, a prevenire comportamenti pericolosi da parte dei lavoratori e a favorire l’adozione di queste tecnologie.
Per questo studio Ergocub ha ricevuto un premio: la Global Partnership on Artificial Intelligence (GPAI), un’iniziativa che mira a colmare il divario tra teoria e pratica sull’intelligenza artificiale sostenendo la ricerca all’avanguardia, ha riconosciuto Ergocub fra i Responsible AI Change Makers.
*Biochimico, direttrice del dipartimento di medicina epidemiologia e igiene del lavoro ed ambientale dell’INAIL
Foto di Wolfgang Eckert da Pixabay
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