Sarà stato organizzato nei giorni scorsi l’attentato che ha portato il terrore ieri mattina davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. Un atto sanguinario preparato senza troppa fantasia e preoccupazione per chi sarebbe stato colpito. L’ordigno, fatto artigianalmente, è stato preparato con tre bombole di gas, colegate da un innesco comune, predisposto per esplodere e portare sangue e sconforto a giovani vite. Una vittima, la giovane Melissa Bassi di Mesagne, paesino dell’entroterra brindisino, e cinque feriti, di cui uno in gravissime condizioni.
Gli artefici, non si sa se appartenenti alla Mafia, alla Sacra Corona Unita o al terrorismo, per la prima volta hanno colpito una scuola, la speranza e il futuro del Paese, dimostrando disprezzo per la vita e cinismo verso gli innocenti.
Purtroppo in questi casi non ci sono parole, per dimostrare la propria vicinanza e il proprio dolore ai familiari della giovane studentessa uccisa. Tuttavia nelle ore successive al dramma che ha colpito la comunità brindisina abbiamo sentito le reazioni di sdegno delle massime autorità dello Stato e una serie di frasi di circostanza che raccontavano il dispiacere e il dolore di diverse personalità del mondo politico, sempre presenti nei momenti di cordoglio ma assenti nel concretizzare idee e progetti precedentemente annunciati.
I nostri politici, molto attenti alla comunicazione e alla forma, dovrebbero rendersi conto, una volta per tutte, che con le belle parole non si combatte la criminalità, ne gli evasori fiscali, ne, tanto meno, il cinismo terroristico. Ci vogliono i fatti. A cominciare dall’organizzazione e la gestione del Paese che deve essere affidata ad uomini eletti dal popolo e non a tecnici pignoli calati dall’alto.
Tutto ciò può avvenire soltanto con diverse riforme costituzionali, a partire da quella che permetterebbe al Capo del Governo di detenere il potere esecutivo reale e non apparente; con il taglio delle spese superflue nella pubblica amministrazione; con l’annunciata e mai attuata abolizione delle province, fino, e soprattutto, al dimezzamento dei parlamentari e dei propri portaborse. Ma la madre di tutte le riforme è l’indispensabile modifica delle legge elettorale per ridare al Parlamento la giusta dimensione con deputati eletti dal popolo.
Enzo Di Stasio
Foto: direttanews.it
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