Top & Flop della settimana calcistica

juventusLazioPrimo trofeo della stagione assegnato in Italia. La Juventus si aggiudica la Tim Cup (la dodicesima della sua storia) nella finale dell’Olimpico contro la Lazio guidata da Simone Inzaghi. Troppo forte la compagine di Allegri per i biancocelesti che non hanno saputo sfruttare le occasioni e la spinta del suo pubblico. Per la “Vecchia Signora” il primo tassello del Triplete? Probabilmente, anche se lo scoglio maggiore si chiamerà Real Madrid, sempre più vicino al titolo della Liga, nella finale del 3 giugno; il prossimo sarà invece il Crotone, vincendo contro il quale la Juve stabilirà un nuovo record in Italia in fatto di vittorie consecutive, ben 6. Pensavano i tifosi bianconeri di festeggiare all’Olimpico contro la Roma ma la squadra di Spalletti, con una prestazione finalmente tenace e brillanti intuizioni tattiche del suo tecnico, ha rinviato la festa e messo un’ipoteca importante sul secondo posto. Il Napoli probabilmente dovrà rassegnarsi ai preliminari.

Negli altri campionati rimane quasi tutto invariato. Già chiuse Premier League e Bundesliga (complimenti a Chelsea e Bayern Monaco), rimangono da assegnare i titoli di Ligue 1 e Liga. In Francia alla squadra di Jardim, il Monaco, basta un punto contro il Saint-Etienne per laurearsi campione; tra Barca e Real si combatterà fino all’ultima giornata. Segnaliamo la vittoria, dopo 18 anni, del Feyenoord campione dell’Eredivisie in Olanda. Uno strepitoso Dirk Kuyt ha portato alla vittoria la squadra di Rotterdam regalandosi uno splendido epilogo di carriera. Chiudere con uno Scudetto lo meriterebbe anche Francesco Totti

TOP – Roma, grinta e orgoglio

roma-juve- 3-1Roma Juventus avrebbe potuto rappresentare l’ultimo atto della lotta Scudetto: con 7 punti di vantaggio al momento del fischio d’inizio, ai bianconeri bastava un solo punto per allontanare definitivamente i giallorossi e conquistare il sesto titolo consecutivo, un record assoluto per la Serie A. Per la squadra di Spalletti, invece, c’era lo spettro di assistere ai festeggiamenti di uno Scudetto bianconero nel proprio stadio e questa eventualità non piaceva davvero dalle parti di Trigoria.

Il tecnico toscano doveva anche fare i conti con problemi di formazione: Dzeko infortunato, Perotti e Nainggolan a mezzo servizio, Strootman ancora squalificato. Così, a centrocampo è toccato a Paredes prendere il posto al fianco di De Rossi; mentre Perotti ha giocato al centro dell’attacco, con Salah e El Shaarawy ai lati e Nainggolan nella posizione di trequartista nel 4-2-3-1 con cui la Roma è scesa in campo nelle ultime settimane. Allegri, invece, con la finale di Coppa Italia alle porte e quella di Champions a poco più di due settimane di distanza, ha deciso autonomamente di gestire le forze dei suoi uomini più importanti: sono stati ben cinque i titolari lasciati in panchina (oltre a un Marchisio non al meglio) ed il 4-2-3-1 è stato abbandonato in favore del 4-5-1.

Dalla loro parte, avendo due risultati su tre, i bianconeri hanno impostato una partita d’attesa e di possesso palla però troppo prevedibile e che ha sofferto moltissimo il pressing alto della squadra di Spalletti. Proprio il pressing di tutti i giocatori avanzati giallorossi impediva alla formazione di Allegri di avere un possesso tranquillo soffocando sul nascere la qualità delle giocate di Miralem Pjanic, ben noto dalle parti di Trigoria.

Nonostante ciò, la Juventus sfruttava spesso l’appoggio su Mandzukic, che quando riceveva un pallone largo sulla sinistra cercava sistematicamente la diagonale verso il centro-sinistra, dove Sturaro è rimasto libero di ricevere per tutto il primo tempo. Infatti, il gol del vantaggio è nato da questa situazione tattica che la Roma non ha letto bene per tutto il primo tempo. Dopo lo 0-1, però, la Roma non si è disunita e ha continuato ad applicare il suo piano gara con ancora più intensità. Il successivo pareggio di De Rossi nasce proprio da un’applicazione ordinata del pressing alto. Infatti Il calcio d’angolo sugli sviluppi del quale il capitano della Roma ha segnato l’1-1, infatti, ha avuto origine da una cattiva gestione della palla di Benatia che, pressato da Salah, ha passato a Bonucci un pallone molto complesso, da cui poi i giallorossi sono riusciti a recuperare palla e guadagnare il corner.

Tuttavia è nel secondo tempo che Spalletti ha cambiato il volto della partita con una mossa a sorpresa. Uno dei difetti della Roma del primo tempo era la mancanza di un centravanti per allungare in fase di possesso palla la squadra bianconera. Sia Nainggolan sia Perotti erano troppo bassi e consentivano alla linea a 4 juventina di essere alta e di accorciare verso il centrocampo in modo da tenere la squadra cortissima, in circa 30 metri. Lo spostamento di Salah centravanti nella ripresa, oltre alla raddoppiata foga agonistica dei giallorossi, ha consentito alla Roma di allungare la Juventus e trovare spazio tra le linee e nei cosiddetti “half spaces” dove si sono inseriti gli esterni alti e i centrocampisti. La Roma ha così dominato la partita e dopo il 3 a 1 ha diligentemente difeso con un 4-1-4-1 che ha lasciato pochissime possibilità alla Juve di riaprire il match rimandando la festa Scudetto.

FLOP – Mazzarri e il suo Watford

mazzarriwatUn’intera annata sulle montagne russe ma ora Walter Mazzarri (foto) è arrivato al capolinea della sua avventura al Watford. Nonostante il raggiungimento dell’obiettivo-salvezza, l’allenatore italiano non sarà confermato per il prossimo campionato. Non è per le ultime sconfitte ma per un rapporto mai nato con l’Inghilterra, la Premier League e soprattutto la sua squadra. Secondo i tabloid inglesi, infatti, i calciatori sarebbero stufi di ricevere indicazioni in italiano e si troverebbero spesso disorientati, in allenamento ma anche in partita e avrebbero minacciato la partenza in massa nel caso di conferma del tecnico toscano.

Probabilmente la ricostruzione non è del tutto veritiera, tuttavia ci domandiamo come sia possibile che dopo un anno Mazzarri abbia ancora bisogno dell’interprete non solo in conferenza stampa denotando evidenti limiti caratteriali e non tecnici. Infatti la sua squadra in alcune occasioni (si pensi contro lo United di Mourinho) ha fatto vedere i principi base del calcio dell’ex tecnico di Napoli e Inter fatto di grande pressing e ripartente veloci. Tuttavia, i limiti caratteriali ne stanno limitando la carriera e l’occasione in Premier non è stata sfruttata in pieno per rilanciarsi. Occasione persa.

di Aldo Spinelli

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