Tangenti grandi opere, il ministro Lupi nell’occhio del ciclone

lupi2Mentre l’Italia, almeno quella imprenditoriale, è eccitata dalle prospettive economiche che il Giubileo potrà portare, giusto all’inizio della fase ese­cu­tiva della Tav Torino-Lions, una notizia inaspettata ha creato un certo “scandalo”. 

Si tratta niente meno che della scoperta di un giro di tangenti gravitante sulle cosiddette “grandi opere”, che ha come centro Ercole Incalza, il “burocrate dei lavori pubblici”.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, non indagato, annuncia “Non mi dimetto. Mai chiesto favori per mio figlio”.

Nell’operazione battezzata “Sistema”, la pro­cura e il Ros hanno indagato circa 50, fra società, Rfi e Anas e per­sone fisi­che. Fra i nomi spiccano quelli di Vito Bon­si­gnore (Ncd), il dem Anto­nio Bar­gone e Ste­fano Saglia (ex Pdl e Ncd, ex sot­to­se­gre­ta­rio al Mise). Nella lista anche Rocco Gir­landa, ex Pd, e il mana­ger Anto­nio Acerbo, già arre­stato lo scorso otto­bre e ora accu­sato di turbativa d’asta per il Palazzo Italia. 

L’ ordi­nanza di custo­dia cau­te­lare par­la di cor­ru­zione, indu­zione inde­bita, tur­ba­tiva d’asta e altri delitti con­tro la pub­blica ammi­ni­stra­zione, che per altro aveva dato carta bianca a Incalza.

Questi, secondo gli inquirenti, gestiva il Codice degli appalti, affidando al gene­ral con­trac­tor l’esecuzione e la dire­zione delle “opere stra­te­gi­che”.
Venivano così stipulate convenzioni e contratti in cui non esisteva differenza fra il ruolo del controllore e il teo­rico con­trol­lato. Incalza, finito in manette, è stato definito dai giudici soggetto “in grado di condizionare il settore degli appalti pubblici per moltissimi anni”.

Le indagini che hanno portato all’arresto di Incalza ( in pensione da due mesi, subito nominato consulente esterno) si sono dipanate dall’inchiesta sul modo Tav di Firenze.

Agli arresti anche il suo collaboratore Sandro Pacella, l’imprenditore Stefano Perotti e il suo manager Francesco Cavallo.

La bolla è dunque scoppiata e adesso sta rovesciando fuori i suoi contenuti purulenti, che si stanno propagando alla velocità di un onda d’urto sismica.
A finire nell’occhio del ciclone pure il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, intercettato insieme al vice­mi­ni­stro Ric­cardo Nen­cini.

Lupi, che al mee­ting di Rimini del 2005 definì Incalza “un patrimonio per il paese”, è molto legato al personaggio, mentre lo stesso Incalza si è più volte vantato di aver redatto, all’arrivo di Mat­teo Renzi a palazzo Chigi, il programma di governo dell’Ncd.

Intanto Lupi si è espresso in proposito promettendo: “Stiamo lavo­rando con l’autorità anti­cor­ru­zione per fare modi­fi­che al codice degli appalti, sul gene­ral con­trac­tor, e rin­no­vando la fun­zione della strut­tura tec­nica di mis­sione”.

Certo le sue parole cozzano con le ipotesi di coinvolgimento, ma così si è espresso perentorio e riportiamo la sua frase come fatto di cronaca.
Uno dei primi a prendere parola sulla questione degli appalti, che secondo il Procuratore Giuseppe Creazzo , si aggirano sui 25 miliardi di euro, è stato il comandante lei Ros Mario Parente “I costi delle opere pub­bli­che lie­vi­ta­vano anche del 40%”.

Dopo mesi di lavoro del Ros, coor­di­nati dai sosti­tuti Giu­sep­pina Mione, Luca Turco e Giu­lio Mon­fe­rini, il Pm ha ricostruito i dettagli di “un arti­co­lato sistema cor­rut­tivo”, organizzato appunto da Incalza, ex respon­sa­bile della strut­tura di mis­sione per le Grandi Opere.

Organizzazione.

La dinamica prevedeva che Perotti, tito­lare della società “Inge­gne­ria Spm”, si sdebitasse affi­dando inca­ri­chi tec­nici e di con­su­lenza a pro­fes­sio­ni­sti indi­cati da Incalza, il quale veniva poi lautamente ricompensato.
Fran­ce­sco Cavallo percepiva invece da Perotti uno sti­pen­dio men­sile di 7mila euro “come com­penso per la sua ille­cita media­zione”.

Grandi opere.

L’associazione metteva mani su vari progetti appartenenti alle “grandi opere”.
Oltre al nodo Tav fio­ren­tino a quello fra Genova e Milano (Terzo Valico del Giovi), anche l’alta velo­cità fra Milano e Verona da Bre­scia alla città veneta, e poi l’autostrada Cispa­dana, e la pro­get­tata Civitavecchia-Orte-Mestre.
Ovviamente nel calderone c’era pure l’Expo, con il cosid­detto “Palazzo Ita­lia Expo 2015” .
Altri progetti prevedevano la realizzazione di un’ auto­strada in Libia, la linea C della metro di Roma, due tratte della metro di Milano, e due lotti della Salerno-Reggio Calabria.

Il ruolo di Lupi. 

Incalza aveva un tale ascendente con Lupi che, il Ministro ha minacciato più di una volta la crisi di governo, se qualcuno avesse sfiorato la “struttura tecnica di missione” creata da Incalza.
È proprio la famiglia Lupi, secondo l’ordinanza del gip, sarebbe finita nello scambio di favori. Si legge a al proposito che “effettivamente Stefano Perotti ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca”, il secondogenito appartenente a Comunione e Liberazione.
Si parla poi di regali alla famiglia Lupi, tra cui un abito sartoriale donato da Franco Cavallo al ministro e un Rolex per il figli fatto dai coniugi Perotti in occasione della laurea (valore 10.350 euro).

Adesso non resta che attendere i nuovi sviluppi della bolla purulenta.

di Simona Mazza

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