Siria: grave preoccupazione per l’imponente esodo causato dalla violenza

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L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, ha oggi espresso crescente preoccupazione per il drammatico numero di persone in fuga dalle proprie case in Siria.

“Col diffondersi di violenza letale ha affermato Guterres la grave preocuupazione va ai migliaia di civili siriani e rifugiati che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni”.

Nella giornata di ieri migliaia di cittadini siriani hanno attraversato il confine per entrare in Libano. In base ai resoconti sarebbero tra le 8.500 e le 30mila le persone che nelle ultime 48 ore hanno varcato la frontiera. In consultazione con le autorità di governo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le agenzie partner al momento sono impegnate sul posto nelle operazioni di verifica delle cifre e di valutazione delle necessità dei nuovi arrivati siriani, con una particolare attenzione alle persone più vulnerabili che potrebbero aver bisogno di assistenza immediata.

Con la situazione in rapida evoluzione, non è possibile fornire una cifra precisa relativa al numero di sfollati all’interno della Siria. Fino alla scorsa settimana – secondo le stime – circa un milione di persone dall’inizio del conflitto sono fuggite dalla proprie case in Siria restando sfollate all’interno del paese. Molti siriani stanno esaurendo le proprie risorse e si rivolgono sempre di piú alla Mezzaluna rossa araba siriana (SARC) e ad altre organizzazioni in cerca di assistenza.

Migliaia di rifugiati, in prevalenza iracheni, che vivono nel sobborgo di Damasco di Seida Zeinab sono fuggiti dalle proprie case a causa della violenza e delle minacce mirate degli ultimi giorni. Almeno in 2mila hanno trovato alloggio nel sobborgo di Jaramana, presso scuole o parchi. Anche molti siriani si sono spostati in questi siti. “Temo per i civili colpiti dalla violenza a Damasco ha aggiunto Guterres compresi gli appartenenti all’ampia popolazione irachena che risiede nella città”. In base alle informazioni ricevute dall’UNHCR, la scorsa settimana i componenti di un’intera famiglia irachena – 7 persone sono stati trovati senza vita nel loro appartamento di Damasco, mentre altri 3 rifugiati sono stati uccisi da armi da fuoco.

Nonostante questi problemi di sicurezza lo staff dell’UNHCR continua a gestire linee telefoniche dedicate e gli uffici di Damasco, Aleppo e Al Hassekeh restano aperti. Centinaia di rifugiati spaventati hanno chiamato su queste linee e contattato volontari nelle ultime 24 ore, riferendo di minacce dirette e del timore di restare coinvolti nei combattimenti.  

Negli ultimi 2 giorni l’UNHCR ha distribuito somme in denaro ai rifugiati che necessitavano con urgenza di contante per prendere in affitto appartamenti, se riuscivano a trovarne, e per acquistare beni di prima necessità, nonostante i negozi chiusi in molte località. Nella giornata di ieri gli aiuti contenuti in due camion sono stati distribuiti dai volontari della SARC a Damasco, ai siriani e ai rifugiati. Ulteriori operazioni di distribuzione sono in programma per i prossimi giorni.

L’UNHCR Siria dispone di oltre 250 operatori nazionali e internazionali che operano negli uffici di Damasco, Aleppo e Al Hassakeh. Nel paese vi sono oltre 88mila rifugiati iracheni registrati per la maggior parte residenti a Damasco – oltre a circa 8mila rifugiati provenienti da altri paesi. Nella prima metà del 2012 oltre 13mila iracheni hanno lasciato la Siria, soprattutto per far ritorno in Iraq.

Nel frattempo l’operazione UNHCR in Siria sarà potenziata fino a garantire la consegna di assistenza da 125mila a 175mila siriani (35mila famiglie) in risposta al crescente numero di persone bisognose di aiuto nel paese. Finora la maggioranza dell’assistenza messa a disposizione dall’UNHCR è stata consegnata attraverso i volontari della SARC ai siriani più vulnerabili nelle aree di Damasco, Aleppo e Al Hassakeh.

L’UNHCR è in procinto di lanciare un progetto che prevede assistenza in denaro una tantum a 25mila famiglie siriane, un progetto basato su uno schema simile già adottato per i rifugiati iracheni.

Nel costante tentativo di comprendere appieno le necessità dei siriani, l’UNHCR monitora la consegna e l’utilizzo dell’assistenza, garantendo l’accesso alle persone appartenenti alle categorie più vulnerabili come donne e anziani.

UNHCR e SARC dispongono in Siria di una rete di 15 depositi, alcuni dei quali gestiti congiuntamente, che garantiscono la rapida disponibilità degli aiuti. L’UNHCR ha in programma nelle prossime settimane di espandere ulteriormente tale rete.

In base alle statistiche sulla registrazione dell’UNHCR, al 18 luglio 120mila siriani avevano cercato protezione in Giordania, Libano, Iraq e Turchia. Secondo le stime governative tali cifre sarebbero molto più elevate.

“Sono estremamente grato a Giordania, Libano, Iraq e Turchia ha dichiarato Guterres per aver tenuto aperte le proprie frontiere”.

Molti rifugiati siriani – nuovi arrivati – sono completamente dipendenti dall’assistenza umanitaria. Alcuni di loro sono riusciti a portare con sé solo un po’ di vestiario e vengono da mesi di disoccupazione. Inoltre le necessità di coloro che sono arrivati all’inizio dell’anno stanno crescendo poiché i loro risparmi si vanno esaurendo. Allo stesso tempo le comunità che accolgono i rifugiati avvertono una pressione sempre maggiore, anche per ciò che riguarda le infrastrutture e le risorse, in particolare acqua, alloggi, scuole e strutture sanitarie.

A due settimane dal lancio del Piano aggiornato di risposta regionale per i rifugiati siriani, che comprende le richieste di 7 agenzie ONU e 36 organizzazioni non governative partner, necessarie per sostenere i rifugiati siriani per un totale di 193 milioni di dollari USA, i contributi ricevuti ammontano appena al 26%. Inoltre il Piano di risposta per l’assistenza umanitaria in Siria – un appello congiunto interagenzie coordinato da OCHA e mirato a sostenere i siriani all’interno del proprio paese – ha ricevuto solo 38 milioni di dollari dei 180 milioni richiesti.

Fonte: unhcr.it

Foto: varese7press.it

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