Sensori wireless per la cura del Parkinson

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L’Unione Europea finanzierà un progetto di ricerca, condotto in prima fila dall’Università di Bologna, per la cura del morbo di Parkinson mediante sensori wireless in grado di rallentare il progredire della malattia.

Tali sensori, studiati per essere portati indosso dai pazienti, monitoreranno 24 ore su 24 i movimenti e le attività di chi le indossa e, mediante uno speciale trasmettitore, comunicheranno i dati a centri di cura specializzati che potranno così studiare attività riabilitative personalizzate.

Il progetto, battezzato CUPID, è stato presentato in occasione della giornata mondiale della malattia di Parkinson e ha come finalità quella di permettere la riabilitazione a domicilio dei malati, supervisionata da medici specialisti. I dati elaborati dai sensori wireless permetteranno ai malati, ad esempio mediante un sistema video, di intraprendere un percorso riabilitativo nella propria abitazione; l’invio di stimoli acustici o tattili al paziente poco prima della fase definita “congelamento”, il disturbo che impedisce i movimenti volontari del proprio corpo, consentirà di ripercorrere alcune tappe elementari dell’apprendimento dei movimenti, utilizzando quindi la tecnologia per superare le aree danneggiate dalla malattia.

La ricerca attuale ha infatti dimostrato come sia possibile combattere il morbo di Parkinson con una terapia riabilitativa mirata e costante, volta a stimolare la plasticità delle cellule nervose ancore attive. La debilitazione provocata dalla malattia, con il suo tremore, rigidità articolare e difficoltà nei movimenti elementari colpisce, solo in Italia, circa 200 mila persone.

Yari Sanfelice

foto: medicinalive.com

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