Scopriamo le bellezze della Capitale italiana della cultura 2016: Mantova

Mantova è stata appena nominata la Capitale Italiana della Cultura 2016.

Ad annunciarlo, al termine dei lavori della Giuria di selezione, Marco Cammelli, in una conferenza stampa alla presenza del Ministro dei beni culturali e del turismo, Dario Franceschini.

Scelta tra 10 città finaliste, Mantova ha così battuto le “rivali” concorrenti – Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni – aggiudicandosi un milione di euro per realizzare il progetto.

Seguendo il percorso previsto per la capitale europea della cultura, è stata introdotta la nomina di una città italiana che per il periodo di un anno ha la possibilità di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale.

L’iniziativa è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della cultura per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo.

Mantova era già stata dichiarata, nel 2008, patrimonio culturale dell’umanità Unesco in quanto eccezionale testimonianza di realizzazioni artistiche, urbane ed architettoniche rinascimentali.

Vediamo quindi cosa visitare a Mantova:

Palazzo Ducale

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I Gonzaga vissero a Palazzo Ducale dal quattordicesimo secolo anche se la sua storia dovrebbe meglio identificarsi con quella della famiglia che detenne il potere sulla città fino al 1700 circa. Qui i Gonzaga, nell’intento di rivaleggiare con le Corti delle più prestigiose capitali d’Europa dell’epoca, commissionarono straordinarie opere d’arte ad artisti, pittori, architetti e decoratori tra i più capaci e noti di quel tempo.

 Il Castello di San Giorgio

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Il Castello di San Giorgio è uno dei monumenti più rappresentativi della città di Mantova e fa parte della Reggia dei Gonzaga. Costruito a partire dal 1395 e concluso nel 1406 su committenza di Francesco I Gonzaga e su progetto di Bartolino da Novara, è un edificio a pianta quadrata costituito da quattro torri angolari e cinto da un fossato con tre porte e relativi ponti levatoi, volto a difesa della città. All’interno del Castello c’è l’imperdibile Camera Picta (Camera degli Sposi), meravigliosa stanza del piano nobile del torrione nord est del Castello di San Giorgio, opera di Andrea Mantegna.

Il Duomo

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Il Duomo, dedicato a San Pietro, sorge sul lato destro di Piazza Sordello dopo il Palazzo vescovile, ed è stato ricostruito prima in stile romanico, poi rielaborato dal punto di vista stilistico nel XV secolo. L’attuale facciata, invece, fu realizzata nella seconda metà del Settecento.

Palazzo Te 

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Antica base di addestramento degli amati cavalli di Ludovico Secondo Gonzaga a cui se ne deve la bonifica, l’isolotto del Tejeto o del Te, un tempo acquitrinosa palude, fu prescelto da Federico Secondo Gonzaga, divenuto duca di Mantova dopo la morte del padre Ludovico, come luogo ideale in cui edificare una dimora destinata solamente al ricevimento di illustrissimi ospiti, al divertimento e allo svago in compagnia della propria amante Isabella Boschetti. Il palazzo è stato interamente pensato, decorato e dipinto da Giulio Romano, capace collaboratore di Raffaello, trasferitosi a Mantova con Baldassarre Castiglione nel 1524 su invito di Federico, illuminato mecenate e grande amante dell’arte.

 La Casa Del buffone Rigoletto

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La storia di Rigoletto, deforme buffone alla corte di Mantova nell’omonima opera di Giuseppe Verdi, è una favola drammatica che ancora popola l’immaginario della gente in città al punto tale da far considerare Mantova la città di Rigoletto, uomo brutto e gobbo, ma sensibile e generoso, testimone e infine vittima della dissolutezza della corte di Mantova e del temperamento libertino del Duca della città. La sua casa è una piccola casa suggestivissima risalente al quindicesimo secolo (lo stesso secolo in cui sono ambientate le scene dell’opera nel libretto di Francesco Maria Piave) ubicata a retro del Duomo.

E se questo non dovesse bastarvi c’è ancora tanto altro da vedere nella Capitale italiana della cultura.

di Arianna Orlando

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