Risolleviamo il Paese con l’unità politica nazionale

Guelfi_ghibellini

Basta con i conflitti istituzionali, tra fazioni politiche, tra nord e sud, tra guelfi e ghibellini. Non siamo nel XII secolo ma nel XXI e in Italia c’è la necessità immediata di mettere da parte gli interessi campanilistici e pensare all’interesse della nazione. Non si può continuare a discutere le leggi in un teatro politico ormai in scontro continuo; la situazione è drammatica e le forze politiche, tutte, devono prenderne atto e collaborare tra di loro. In un contesto sociale sconfortante, come quello attuale, dove tanti uomini e donne disoccupati non trovano impiego, dove ci sono lavoratori con stipendi che, a causa di una crisi economica persistente, risultano sempre più insufficienti per far fronte alle spese vive, all’indispensabile; dove i pensionati sono costretti, a causa dell’aumento vertiginoso del costo della vita, a chiedere “l’elemosina” a parenti e amici; dove i siti archeologici cadono a pezzi per negligenza locale e per mancanza di denaro da indirizzare al patrimonio artistico e culturale; dove ci sono città sommerse dall’immondizia e altre in emergenze varie dovute alle conseguenze di terremoti e di alluvioni, non si può pensare sempre e comunque al proprio orticello; si deve partecipare, tutti, alla “rinascita” del Paese. Ce n’è abbastanza per lasciare da parte il senso di appartenenza ad un gruppo piuttosto che ad un altro e per tirare fuori un po’ di buon senso politico teso, una volta tanto, alla finalità comune. Invece nulla di tutto questo, la casta politica, protetta nel loro mondo foderato da segretarie, portaborse, scorte e danaro pubblico (oltre 1 miliardo di euro è la cifra che percepiscono tutti i partiti messi insieme come finanziamento pubblico per i rimborsi elettorali – fonte: Il giornale) perde tempo a discutere di argomenti pur importanti in una situazione di normalità ma decisamente secondari in una circostanza drammatica come quella attuale. E così trascorriamo giorni a chiederci se ha ragione la coppia mediatica del momento Fazio & Saviano o i movimenti pro-life che chiedono di partecipare alla trasmissione “Vieni via con me” per replicare sul tema dell’eutanasia affrontato da Saviano nell’ultima puntata, se il Papa ha fatto bene ad aprire al preservativo o se era meglio continuare su una posizione rigida e senza protezione, se è meglio stare sui tetti e cercare di affossare la riforma dell’università piuttosto che al fianco della Gelmini che la promuove, se è meglio che a dimettersi sia Fini piuttosto che Berlusconi, insomma un bailamme continuo che non accenna a diminuire mentre il paese rotola nel baratro. Oggi senza troppi fronzoli e parole inutili c’è bisogno di un solo valore: l’unità della politica italiana; affinché la nazione possa risollevarsi e l’economia del Paese riprendere. Perché se così non fosse, si rischierebbe la miseria popolare e, di conseguenza, il conflitto civile. Per una volta maggioranza e opposizione diano prova di responsabilità nazionale agli italiani, permettendo al governo di continuare ad esercitare il potere esecutivo e al Paese di uscire dal guado; dopodiché il governo si dimetta e si cominci pure con la campagna elettorale per avere successivamente una maggioranza ampia che possa indicare un esecutivo che governi l’Italia in maniera dignitosa.  

Enzo Di Stasio

Foto: www.stupormundi.it

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