Rino, il suo mito a trent’anni dalla sua morte

Cantava con tono scanzonato il circo Italia già trent’anni fa, ed oggi, riascoltando la sua “Ma il cielo è sempre più blu”, ci accorgiamo di quanto siano  straordinariamente attuali le parole che descrivono la vita del nostro Paese. Rino Gaetano con il suo animo ribelle affermava che nessuno mai poteva imbavagliarlo e che le sue canzoni potevano essere il simbolo di tutte le generazioni future. Debuttò  nel 1973 con il singolo “I Love You Marianna”  ma la sua grande popolarità esplose nel 1975 con il disco  “Ma il cielo è sempre più blu” e si consolidò  successivamente con “Berta filava” e “Mio fratello è figlio unico”. Artista provocatorio non celava il suo malumore verso la classe dirigente dell’epoca e con la sua “Nunteregghepiù” attaccò frontalmente tutti i partiti politici potenti come la  Dc, il  Psi, il  Pli, il Pri e persino il Pci”. Debuttò  a Sanremo nel 1978, con tanto di frac e cappello a cilindro, cantando “Gianna” , e si classificò al terzo posto. Lui “Gianna”  non l’amava molto,  ma finì per apprezzarla dopo le numerose copie vendute e il grande successo che ottenne. Per il suo genio di artista poliedrico si fece apprezzare anche nella recitazione, e nel 1981 interpretò la volpe nel “Pinocchio” di Carmelo Bene. Fu anche conduttore nel programma radiofonico “Canzone d’Autore” . L’attore Claudio Santamaria è stato il magistrale testimone della sua vita, breve ma intensa,  interpretandolo in una fiction televisiva. E noi di Rino Gaetano conserviamo il mito della sua anima dopo che un incidente stradale, sulla via Nomentana a Roma, ha prematuramente interrotto la sua vita poco più che trentenne.

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Foto: ilmessaggero.it

 

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