Riforma Costituzionale: il governo delle larghe intese vuole modificare l’art 138

letta-alfano-2Le due Camere si sono riunite per varare una serie di riforme volte a cambiare l’art.138, riguardo a modifiche Costituzionali radicali.

Enrico Letta, parlando delle riforme, aveva dichiarato fermamente “ Se non si chiude in diciotto mesi, non esiterò a trarne le conseguenze”.

Quagliarello aveva prontamente cercato di allungare i tempi “il termine dei 18 mesi partirà da quando sarà stato approvato il disegno di legge costituzionale che modifica la procedura di revisione prevista dall’art.138-dunque ragionevolmente a fine settembre”.

Fatta questa premessa, le Camere hanno approvato a maggioranza la mozione, fatta eccezione per Sel che l’ha bocciata.

Nella mozione si chiede la revisione di tutta la seconda parte della Costituzione: parlamento, presidente della Repubblica, governo e regioni, provincie e comuni. Esclusi i capitoli relativi alla magistratura e Corte Costituzionale.

Non si conoscono tuttavia nel dettaglio le modifiche.

E’ certo tuttavia che la “Costituenda Commissione” avrà una composizione che rispecchierà la consistenza dei gruppi presenti in Parlamento. Così sul tavolo ci sono due proposte: una riguarda il presidenzialismo, tanto vaticinato dal Pd, dall’altro il semi-presidenzialismo alla francese, fortemente voluto da Berlusconi.

Entro giugno, l’esecutivo dovrà presentare un disegno di legge, per cambiare appunto tale legge, anche se ci si potrà ancora appellare a un referendum confermativo, a prescindere dal quorum con il quale verrà approvata la riforma in parlamento.

La modalità di presentazione del referendum, a dire il vero, è totalmente fuori dal mondo. Non si capisce per quale dinamica si potrà convocare prima del voto definitivo da parte di Camera e Senato (ipotesi non prevista da nessuna legge vigente e in contrasto con la Costituzione stessa) per poi convocare un nuovo referendum confermativo, in caso non si raggiunga la maggioranza.

Insomma, la nostra cara Costituzione, che contiene testi scritti nel 1865 da nomi eccelsi quali: Perassi, Morati, Ruini, Nobile e Lussu, ancora attuali per bellezza e giustizia, rischia di essere deturpata dai personalismi politici, volta a tutelare solo gli interessi immediati degli attori della nostra “fantapolitica”.

In tutto ciò, non si è minimamente toccata la questione della riforma elettorale anche perché l’accordo tra Pd e Pdl prevede di prendere decisioni in merito a meno che “ si realizzino condizioni che rendono urgente un intervento in materia”, tradotto in termini spiccioli, a meno che la Consulta non bocci la legge grazie alla quale è stato eletto il Parlamento.

Ovvio dedurre che nessuno è intenzionato almeno a oggi a cambiare le carte in tavola.

di Simona Mazza

foto: formiche.net

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