Parco di Veio tra realtà e leggenda

parco di veio

Provincia di Roma segreta

Questa volta vi portiamo a visitare, almeno virtualmente, il Parco Regionale di Veio che si estende per 15.000 ettari: un vero polmone verde impreziosito di beni storici, archeologici e paesaggi di inestimabile valore.

Nel Parco ci sono 99 chilometri di sentieri. Compresi in esso, oltre alla via Francigena, anche numerosissimi sentieri natura che il Parco ha recentemente individuato, pulito, ampliato e sviluppato. I percorsi sono facilmente individuabili perchè segnalati con paletti con lunghezza, durata e grado di difficoltà.

La storia

Veio, fu una importante città etrusca conquistata dai romani nel 396 a.C. dopo dieci lunghi anni di assedio ad opera del generale Furio Camillo grazie ad un stratagemma ben riuscito: fece scavare un cunicolo sotterraneo per superare la cinta muraria e introdurre i soldati direttamente in città. Dopo mesi di scavi pazienti Roma si impadronì facilmente della città. Divenne poi uno dei maggiori centri politici e culturali dell’Italia centrale oltre che la più popolosa città dell’Etruria meridionale.

Il Santuario della Madonna del Sorbo

Da visitare anche il Santuario della Madonna del Sorbo che sorge su un’altura abitata fin dal lontano 996, forse per difendersi dalle invasioni saracene del X sec. Un suggestivo manufatto che fu prima fortilizio nel 1427, grazie al cardinale Giordano Orsini, e poi monastero dei Frati Carmelitani. Questi lo trasformarono in un Santuario di Pellegrinaggio dedicato alla Madonna e si servivano della via Francigena per raggiungerlo.

La cascata del fiume Cremera

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Suggestivi i panorami: vi si trovano diversi siti di indubbio interesse come un mulino da grano ad acqua, edificato approfittando della cascata del fiume Cremera. La Mola è rimasta in funzione fino al 1950 circa; attualmente è ridotta a rudere, dopo aver macinato grano per sei secoli. Adiacente alla mola è presente un antico ponte in blocchetti di tufo a un’unica arcata, con una luce di 8 metri ad un’altezza di 18 metri (foto di copertina).

La leggenda del guardiano monco

La leggenda narra di un guardiano privo di una mano che trovò un albero di sorbo, dove era nascosta un’icona raffigurante la Madonna con il Bambino. La Vergine gli apparve e compì un miracolo, facendo ricrescere la mano al giovane. I formellesi costruirono poi un Santuario per custodire l’albero del sorbo e l’icona che aveva parlato al giovane porcaio affinché diventasse un luogo di pellegrinaggio.

Il Santuario di Portonaccio

Da osservare anche i resti di un antico tempio dedicato alla dea Minerva, risalente al 510 a.C. conosciuto col nome di “Santuario di Portonaccio”. Fu il professor Giulio Quirino Giglioli a portare a termine gli scavi nel Parco di Veio che nel 1916 riportarono alla luce il tempio. Quest’ultimo, sulla sua sommità, presentava una statua del dio Apollo (alta 1,80 m), rinvenuta miracolosamente integra e che oggi è conosciuta come “Apollo di Veio”.

Le sette sataniche

L’importante necropoli etrusca ha contribuito a conferire al parco di Veio un’aura di misticismo che nei decenni ha fatto interessare moltissimi appassionati di parapsicologia ed esoterismo. Sono nate così voci riguardanti avvistamenti di entità soprannaturali e ben presto il parco ha iniziato ad essere visitato anche da alcune sette sataniche, le quali entravano nei boschi di notte per effettuare i loro rituali macabri in ricordo di un episodio inquietante davvero avvenuto.

L’omicidio del Parco di Veio

La notte del 23 Giugno 1987 al Veio fu commesso un omicidio di cui non si è ancora riusciti a scoprire chi ne fu l’artefice. Un ragazzo, studente di Biologia di 29 anni, e il suo ex professore del liceo, appassionato di esoterismo, si diedero appuntamento nel parco per studiarne i leggendari fenomeni paranormali. Il professore aveva scelto appositamente la notte del 23 Giugno che corrispondeva in passato ad un’importante festa pagana chiamata Litha, che celebrava il solstizio d’estate.

Mistero

Ancora oggi non si sa esattamente cosa avvenne, ma sta di fatto che, durante quella notte, qualcuno uccise lo studente sparandogli al cuore. Durante l’interrogatorio, il professore disse che erano stati aggrediti da tre sconosciuti e che uno di loro aveva sparato al ragazzo senza alcun motivo evidente. Per qualche tempo si ipotizzò che fosse stato proprio il professore a commettere l’omicidio, ma non c’era alcuna prova che potesse dimostrarlo. I tre supposti assassini non furono mai scoperti.

Nel 2006 una donna di 49 anni, aveva raccontato al proprio psicologo di frequentare una setta che si riuniva proprio nel parco e che era soggiogata dai suoi capi che le estorcevano denaro e la violentavano.

Ebbene, nella notte tra il 2 e il 3 maggio dello stesso anno, la signora fu uccisa e decapitata in un’area di servizio di Tor Bella Monaca ma le indagini portarono all’arresto del marito, scagionando la setta.

Come arrivare al Parco di Veio

Prendendo la Cassia Bis si esce a Formello, quindi si prende a sinistra la via Formellese fino al centro del paese. Seguire poi le indicazioni per il Santuario del Sorbo. Se invece si utilizza la via Flaminia (il parco si estende tra queste due arterie) si raggiunge Sacrofano al km 19,5, per poi servirsi della via Sacrofanese entrando per altro ingresso a Monte Musino.

Per informazioni o prenotazioni utilizzare i recapiti seguenti: tel. 06.90.42.774 – Numero Verde 800.727.822 – Sito Web: www.parcodiveio.it

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