O’Scià: oltre la musica

“O fiato mio, o mio respiro”, è la traduzione di O’Scià. Un modo dialettale di salutarsi sull’isola di Lampedusa. Un modo tenero, sottile  e legato alla bellissima isola quale Lampedusa.

Dal 2003 sulla spiaggia della Guitgia, Claudio Baglioni ha dato vita ad un festival-laboratorio che si ripete ogni anno.

Quest’anno il concerto si svolgerà probabilmente dal 30 Settembre  e 1 – 2 Ottobre 2010, vedrà come protagonisti sul palco oltre a Baglioni vari ospiti della musica leggera italiana.

Interessante notare come il nome sia stato trasformato in acronimo da Baglioni ( il quale è sempre stato maestro nel giocare con le parole, dando ad esse nuovi significati) quindi O’ Scià si trasforma in queste date in : Odori Suoni Colori d’Isole d’Altomare ma anche Odori Suoni Colori d’Incontri d’Arte.

Claudio Baglioni è Lampedusa. Lampedusa è nel cuore del “Grande Mago” il quale afferma: “Certi incontri sono come gli scambi dei binari. Uno spostamento appena percettibile e la vita cambia scena. 
Nulla è più come prima. Terra, cielo, pensieri, nulla. Con Lampedusa è andata così. Molti amici, da anni mi parlavano di Lampedusa, delle Pelagie, del mare e di questa peculiarità di isola così aspra. Io non so cosa sia cambiato dopo l’incontro vero, reale. Non penso che sia cambiato molto perché in fondo quest’incontro è come se ci fosse stato da molto tempo prima. Secondo me, comincia ad esserci, invece, il bisogno di far combinare il reale con l’ideale, quasi il bisogno di dire -mi piacerebbe lasciare anch’io una traccia per ritornare a sognare quest’isola ancora prima di averla vista-.

Per me gli odori, i suoni, i colori delle isole d’alto mare sono gli odori, i suoni, i colori, delle isole dei nostri sogni, di quei sogni che non devono appunto restare isole ma devono essere dei sogni da fare in comune”.  

Il ruolo di O’Scià è  sempre stato quello  di ridare una sorta di dignità a Lampedusa che, in passato,  è apparsa sui quotidiani  spesso o solo per fatti tragici legati alla immigrazione clandestina.

Ora che il problema “clandestino” è stato risolto, sembrava che  il festival barcollasse, invece c’è sempre voglia, soprattutto tra i giovani lampedusani, di dare lustro a questa stupenda isola.

Perciò che O’Scià sia! Ricordandoci che come dice Claudio “nessun uomo è un’isola e ogni respiro è un uomo”.

Laura Moiana

Foto: http://max.rcs.it/

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