Che il Presidente Napolitano dimostrasse uno spessore politico che nessuno di questi “nuovi governanti” sognerebbe mai di avere era lampante. Ma questa lezione esemplare, da vero statista, sui costi esagerati della politica e su tutti i privilegi di contorno ce lo conferma ancora una volta. Il Capo dello Stato, e sottolineo il Capo, con un comunicato sul sito della Presidenza della Repubblica e con una nota al ministro dell’economia Tremonti informa che rinuncerà, a partire dall’anno in corso e fino alla scadenza del mandato, all’adeguamento del suo stipendio in relazione agli aumenti dei prezzi di consumo. Inoltre, nello stesso comunicato, fa i conti dei risparmi del Colle, attuati a seguito delle misure di austerity disposte dai decreti legge 78 del 2010 e 98 del 2011. Complessivamente il Quirinale restituisce al ministero dell’Economia 15.048.000 euro nel triennio 2011-2013 e 562.737 euro nell’anno 2014. Agli importi citati nel comunicato, si aggiungono “i risparmi realizzati nel periodo 2006-2011 – che ammontano complessivamente a 56.316.000 euro – per effetto dei provvedimenti di contenimento della spesa già adottati autonomamente nel medesimo periodo (blocco del turnover, soppressione del meccanismo di allineamento automatico delle retribuzioni a quelle del personale del Senato, congelamento fino al 2013 degli importi tabellari degli stipendi e delle pensioni, riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, contenimento degli straordinari, riduzione delle ferie, aumento dell’orario di lavoro e riorganizzazione amministrativa interna”. Si spera che il segnale di alta responsabilità messo in pratica dal Presidente della Repubblica, sia recepito dal resto della compagnia, alla vigilia dell’approvazione dei bilanci autonomi di Camera e Senato.
Massimo Ticchio
foto: blog.panorama.it
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