Dior Cruise 2019: le Escaramuzas messicane e quella duplice essenza del femminile

Dior Resort 2019

Nelle scuderie del castello di Chantilly, una piccola località, immersa nella campagna francese, a soli 30 km da Parigi, la maison d’alta moda Dior, ha presentato la sua ultima linea Resort, la seconda con Maria Grazia Chiuri al comando.

E in uno spazio semi-aperto, trasformato in rodeo per l’occasione, sotto una pioggia fitta che non faceva parte della coreografia, otto Escaramuzas messicane, con cappelli a falda larga, abiti lunghi di pizzo plissettato, e grosse cinture in pelle a contrasto, con una performance al galoppo, hanno inaugurato e chiuso, la collezione Cruise 2019.

E’ questa, l’essenza della linea, una sintesi di forza e femminilità, due facce della stessa medaglia: la donna, che sotto il potente guizzo creativo della Chiuri, a suon di pizzo Chantilly, gonne a balze e stivali da equitazione in gomma, grida con forza all’emancipazione.

“Mi piacciono le Escaramuzas perché fanno qualcosa che è così macho, come i rodeo, e lo fanno nei loro vestiti tradizionali”, ha rivelato la designer romana.

Toile de Jouy

E sono proprio loro, le forti cavallerizze, che ispirandosi alle Adelitas – le donne soldato della rivoluzione messicana – dal 1950 nei rodeo, chiamati «charreadas», fanno lo stesso gioco degli uomini, con indosso però, costumi eleganti e femminili.

Donne di carattere ispirano dunque la Chiuri, come anche le protagoniste tanto care alla scrittrice Isabelle Allende. Chi non ricorda “La casa degli spiriti”? Il suo primo romanzo da cui fu tratto anche l’omonimo film, dove Meryl Streep, Glenn Close e una giovanissima Winona Ryder interpretavano Clara, Alba e Blanca, tre donne belle e carismatiche, sempre in lotta con Esteban Trueba (Jeremy Irons), un padre padrone, a capo di una famiglia borghese cilena.

Tailleur Bar

Ed esplorando il Sud America, con il rock delle chitarre elettriche in sottofondo, intorno all’arena di sabbia con al centro le folcloristiche donne a cavallo, sfilano 82 modelli, esempi di potere, forza e grazia, ridefinendo con modernità e tradizione, i dettami classici e stilistici della maison d’alta moda francese.

Il New Look rivive così la contemporaneità, forme sinuose ed eleganti, grazie ad ampie gonne dalla linea a corolla, leggere per metri e metri di tulle, a balze plissettate. Indossate poi, con giacche avvitate a riprendere il modello Bar, poncho messicani sfrangiati e caban rivestiti di Toile de Jouy.

Pizzo Chantilly

“Ho scelto di riproporla all’interno della collezione Cruise 2019. Con un cambiamento: al posto dei panorami classici di castelli o vedute di campagna francese, abbiamo inserito disegni di animali feroci” afferma la Chiuri a proposito del Toile de Jouy, il classico motivo da tappezzeria, ossessione di Monsieur Christian Dior.

Gli stessi dipinti si ripetono su lino, seta, raso, e si alternano a simpatici pois, tridimensionali o stampati, e delicate righe dal sapore provenzale. E poi una lode al pizzo Chantilly, specialità della regione francese, in bianco, nero e nude, tra sofisticati ricami ad intaglio, e micro decori elaborati.

Ma quello delle Escaramuzas, è uno sport vero a tutti gli effetti, un’altalena tra femminile e maschile, e in questa collezione Resort, oltre alle gonne lunghe e agli abiti romantici, non mancano completi da uomo che ricordano divise, con pantaloni slim e giacche color cachi.

Maria Grazia Chiuri

Non dimenticando le fiabe, da sempre raccontate da Dior con incantevoli motivi floreali, questa linea segue un fil rouge wild. A conferma, una percettibile impronta active, vagamente militare, che scandisce il defilè e chiude i look, from head to toe: dai berretti d’ispirazione equestre, ai grandi sombreri di Philip Treacy, da Saddle Bag rivisitate, a maxi shopper con logo, mentre ai piedi, anfibi in pelle e stivali neri di gomma, dotati dell‘originale apertura su un lato.

E il messaggio di Maria Grazia Chiuri, arriva così forte e chiaro, disegnando quella giovane amazzone contemporanea che, tra realtà e fantasia, sotto la cintura di pelle indossa anche la crinolina, e vive sempre con grinta il suo essere donna, a prescindere dal portamento, dal dress code, e dalla femminilità leziosa dell’abito che indossa.

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