Di Pietro “leader futuro”

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Dopo l’incontro casuale con Silvio Berlusconi, avvenuto durante l’ultima seduta parlamentare per il voto di fiducia al governo in carica, Antonio Di Pietro si accinge a diventare “leader futuro”. Abbassata l’ascia da guerra e smorzati i toni burberi, spesso diretti al premier, il buon Tonino ha capito che l’occasione che gli si prospetta è ghiotta. Leader veri in grado di governare il paese in giro non se ne vedono e lavorando di fino potrebbe essere proprio lui il leader del futuro. Come quei giocatori di qualità eccelsa che fanno parte della squadra titolare e che avrebbero tutte le carte in regola per fare il capitano del team ma non possono indossare la fascia sul braccio perché c’è ancora in attività il vecchio capitano. E quindi vengono nominati “capitan futuro”. Una sorta di De Rossi della politica italiana. Solo che in questo caso la squadra non è la Roma, il Milan o la Juventus ma quella del governo nazionale e il Totti in questione è Silvio Berlusconi. Penso a Di Pietro perché, a differenza degli altri potenziali aspiranti alla premiership governativa come Fini, Casini, Vendola e Bersani, egli ha dalla sua parte la trasversalità politica. Una collocazione acquisita sul campo con il suo passato professionale eterogeneo: prima poliziotto, poi pm che azzera con le sue inchieste la vecchia classe politica corrotta, fino a diventare egli stesso leader politico con i valori morali come suo cavallo di battaglia. Successivamente seduce gli elettori di sinistra, orfani dei propri deputati in Parlamento. Diventa paladino dell’anti berlusconismo e ora, dopo aver proposto e “vinto” i referendum fondati su valori non strumentabili politicamente, tuba con Berlusconi e fa l’occhiolino agli elettori di destra che, non fosse stato per il suo schierarsi palesemente a sinistra, lo avrebbero votato già dalla sua discesa in politica. Il leader dell’Idv ha cavalcato, politicamente parlando, tutto l’arco parlamentare e oggi, grazie al risultato referendario e alla sua spontaneità, ha conquistato la stima di molti elettori di schieramenti opposti. Questa strategia politica attuata fino ad oggi lo porta ad essere tra gli antagonisti più credibili per la poltrona di presidente del Consiglio. Il suo cambiamento di rotta, palesato dal suo ultimo discorso in Parlamento avvenuto subito dopo il siparietto con il “nemico” Silvio Berlusconi, lo catapulta direttamente ad essere l’alternativa alla guida del prossimo governo nazionale. L’unico rivale temibile lo avrà nella corsa alle primarie del centro sinistra. In quel caso, più che Nichi Vendola, Di Pietro dovrà vedersela con Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze,uno dei pochi politici giovani, preparati e con un fascino politico in forte ascesa, tanto a destra quanto a sinistra.

Enzo Di Stasio

Foto: hd.bergamosera.com

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