Chi ha paura del corpo?

Giocatori di poker

Fino al 17 febbraio è possibile a Milano guardarsi dentro, nel vero senso della parola.

La sede è la storica Fabbrica del Vapore, in via Procaccini, e la mostra non è di quelle cui è possibile assistere tutti i giorni.

Body Worlds, questo il nome della mostra, sottotitolo The Original Exhibition of Real Human Bodies, mette infatti in esposizione non delle semplici ricostruzioni del corpo umano, ma quelli che dagli stessi curatori vengono definiti “preparati umani”.

L’idea sembra effettivamente avere dei risvolti macabri, intere generazioni di medici hanno formato la loro professionalità sui cadaveri messi a disposizione della scienza ma mai un corpo umano “reale” era stato esposto a un pubblico di non addetti. Eppure la mostra può convincere anche i più impressionabili.

I corpi esposti sono stati esplicitamente donati a questo scopo dai legittimi proprietari all’Heidelberger Institut für Plastination e sottoposti alla procedura di conservazione ideata da Gunter von Hagens nel 1977. Solo nel 1995 si è svolta la prima mostra di questo tipo, a Tokyo, e da allora oltre 34 milioni di persone in tutto il mondo hanno potuto assistervi.

La plastinazione è una innovativa tecnica di conservazione dei corpi che permette di arrestarne la decomposizione trasformandoli in dei preparati plastificati ed elastici, pertanto modellabili. Il processo è molto lungo, per un plastinato integrale si stimano circa 1500 ore di lavoro, e comprende diverse fasi. Inizialmente il corpo viene irrorato di formalina e vengono eliminati i fluidi corporei ed i grassi che ne causano la decomposizione, in un secondo momento il corpo viene messo in una camera del vuoto dove si impregna di materia plastica, infine il corpo viene posizionato e modellato a seconda di quello che si intende mostrare e quindi sottoposto a polimerizzazione in modo da diventare stabile.

Lo scopo del dottor von Hagens inizialmente era quello di dare la possibilità agli studenti di toccare le varie parti del corpo e di vederle in azione in diverse posizioni, “ma una volta cominciata la plastinazione di organi e preparati, successe qualcosa che non avevo previsto: i bidelli, le segretarie e gli impiegati dell’università passavano sempre più spesso dal laboratorio”.

Lo scopo delle mostre è la diffusione di un sapere fino ad oggi elitario presso un pubblico più vasto che comprenda anche i più piccoli. Benché si possano infatti avere alcune remore nella presentazione ad un pubblico più piccolo la mostra è esplicitamente pensata anche per loro, con percorsi didattici dedicati.

Quando si entra ci si può rendere facilmente conto che, come spesso accade, l’idea è molto più inquietante della realtà. I plastinati umani e le loro diverse sezioni presentano infatti le stesse caratteristiche dei modellini scolastici ma con un livello di dettaglio infinitamente più grande.

La mostra presenta un percorso preciso che attraverso i plastinati integrali e le varie sezioni corporee presenti nelle teche conduce il visitatore dal cervello, ai polmoni, al cuore, arterie, scheletro e stomaco. Durante il percorso è possibile conoscere gli effetti delle diverse malattie sui singoli organi: è possibile vedere un cervello colpito da ictus a confronto con un cervello sano, o il polmone di un fumatore di fronte al roseo polmone di un non fumatore. È possibile vedere fisicamente il percorso delle arterie, capire come funziona il meccanismo della digestione e vedere quali miriadi di nervi permettono al cervello di comandare i diversi movimenti del corpo.

Tiratrice d’arco

I plastinati integrali sono disposti in posizioni plastiche in modo da consentire allo spettatore di vedere la diversa conformazione interna dei muscoli a seconda dei movimenti, ciascun plastinato inoltre presenta un diverso livello di sezionamento mirante a mostrare parti diverse del corpo a seconda dei casi in esame. In tal modo la mostra assume risvolti quasi artistici: è possibile ammirare un cavallo interamente plastinato e immortalato nello scatto, montato dal suo cavaliere che mostra tra le mani la differenza di dimensioni tra i due cervelli: umano ed animale. È possibile vedere l’atleta che si solleva sugli anelli o tre giocatori di poker nelle loro diverse pose.

Il percorso didattico fornito alle scuole propone inoltre diversi spunti di riflessione ed approfondimento in classe a partire dalla fatidica domanda: “doneresti il tuo corpo per la plastinazione?”.

Ai singoli l’ardua sentenza, possiamo solo concludere con le parole dello stesso von Hagens: “Aver paura della morte non fa bene alla vita”.

di Claudia Durantini

foto: bodyworldsinthecity.it

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