
ROMA – Ciò che per qualunque cittadino dovrebbe rappresentare la normalità, in Italia sembra stia diventando un privilegio o addirittura una conquista. In particolare per le donne, ma anche per i giovani, una qualsiasi azione di routine – come uscire di casa, rientrare dal lavoro o fare una passeggiata – è sempre più spesso accompagnata da un senso costante di inquietudine. Specialmente la sera, e in maniera accentuata se si vive nei grandi centri urbani. A fotografare un Paese in cui la percezione del pericolo all’esterno delle mura domestiche è in forte aumento è il 1° Rapporto Univ-Censis “La sicurezza fuori casa”, realizzato su un campione di mille italiani adulti e presentato il 7 maggio a Roma.
Stando ai dati contenuti nel report, il 94,2% delle persone consultate desidera sentirsi tranquillo quando si trova in strada. Il 75,8% la ritiene più insidiosa in relazione a cinque anni fa. Secondo l’89,3% è essenziale invece essere quantomeno al riparo dalla criminalità, in un contesto caratterizzato da una crisi permanente e da rischi in espansione per la quotidianità. Un disagio che incide profondamente sull’inalienabilità del diritto alla sicurezza, tanto che il 38,1% degli interpellati ha rinunciato almeno una volta a uscire per timore. La percentuale cresce al 52,1% nella fascia giovanile, un riscontro piuttosto importante alla luce delle abitudini comportamentali tipiche di questa età.
Reati in aumento, crescono i timori nella popolazione
Ma cos’è che delinea i contorni di un quadro di così scarsa rassicurazione? Pur restando decisamente sotto la soglia del 2014 – quando in Italia vennero segnalati 2.812.936 illeciti – nel 2024 si è osservata un’inversione di tendenza: 2.388.716 denunce, pari a un +3,8% rispetto al 2019 e a un +2% sul 2023. Destano inoltre preoccupazione le 28.631 rapine, di cui 16.510 in pubblica via, aumentate del 24,1% in confronto al quinquennio precedente. A queste si aggiungono i 140.690 borseggi, +2,6%, e i 13.474 scippi, +7,9%.
Significativa è la situazione tra le donne. L’81,8% avverte un incremento della vulnerabilità nei luoghi pubblici a partire dal 2019, mentre il 67,3% dichiara di temere per la propria incolumità soprattutto nelle ore notturne. A giustificare tale allarme è l’impennata di specifiche fattispecie di reati che colpiscono in prevalenza il genere femminile. Nel 2024 il numero delle violenze sessuali è salito del 34,9% sul 2019, per un totale di 6.587 casi. Il 25,6% delle intervistate riferisce di aver subito una molestia, il 23,1% uno scippo o un borseggio e quasi una su tre, il 29,5%, racconta di essere stata pedinata da uno sconosciuto.
Roma e Milano prime per insicurezza: l’analisi sui territori
Dal focus sui territori, Roma guida la classifica delle province e città metropolitane per reati denunciati: 271.033 nello scorso anno. In seconda posizione, Milano con 226.230. Cifre che corrispondono rispettivamente all’11,3% e al 9,5% dell’ammontare complessivo nazionale. Subito dopo la capitale e il capoluogo lombardo spiccano Napoli (132.809) e Torino (128.919). Tuttavia, in rapporto alla popolazione, è la provincia di Milano a far registrare il tasso più alto, con 69,7 ogni 1.000 abitanti. Seguono Firenze (65,3), Roma (64,1), Bologna (60,9) e Rimini (60,3).
Nell’arco temporale analizzato dall’indagine curata dall’istituto di ricerca diretto da Massimiliano Valerii, nell’area metropolitana di Roma i reati si sono intensificati del 23,2%. Notevole il boom delle rapine in pubblica via, +51,3% (2.014 episodi), e dei borseggi, +68% (33.455 casi). La provincia di Monza e della Brianza, invece, è quella in cui, negli ultimi dodici mesi, ha fatto segnare lo scarto più elevato: +12,4% tra il 2023 e il 2024.
Il peso crescente della sicurezza privata nel sistema nazionale
È inevitabile, dunque, che in uno scenario simile la cittadinanza individui nelle soluzioni complementari al sistema statale la risposta per arginare un fenomeno sociale pressante. A conferma di ciò, sono eloquenti le rilevazioni sull’apprezzamento verso la vigilanza privata. Se il 65,1% dei partecipanti al sondaggio è convinto che lo Stato, da solo, non possa assolvere efficacemente al compito di presidio dell’ordine pubblico, il 74,4% considera gli operatori della sicurezza una figura indispensabile per garantire protezione ovunque.
Un avamposto di legalità in cui il 73,5% ripone fiducia e al quale si è rivolto circa un italiano su cinque: attorno ai 12 milioni per richiedere informazioni e il 15,4% per fronteggiare frangenti critici. È poi necessario, per il 73,3%, un ampliamento delle competenze di questo comparto. In Italia sono attive attualmente 1.696 aziende del settore, con poco meno di 94.000 addetti. Per il 79,2% dei soggetti ascoltati si tratta di professionalità che meriterebbero maggiore valorizzazione, e per il 59,2% anche sul piano retributivo.
Per le istituzioni, quindi, sollecitate su un tema nevralgico per il benessere collettivo, il bilancio emerso dal dossier costituisce un’esigenza improrogabile. Un appello per cui occorre intervenire avviando un dialogo costruttivo sulle misure da adottare.
(Fonte: Censis)
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